La Regione del Veneto e il Tribunale di Venezia collaboreranno per il contrasto ai purtroppo diffusi fenomeni di tratta delle persone e di grave sfruttamento.
Lo prevede un protocollo d’intesa, già formalizzato dalla Giunta regionale con la delibera nr. 192 del 28 febbraio 2022, che è stato presentato oggi a Palazzo Balbi dal Presidente della Regione e dal Presidente del Tribunale di Venezia, Salvatore Laganà.
Regione e Tribunale favoriranno il tempestivo riconoscimento delle vittime di tratta e di grave sfruttamento, oltre a individuare meccanismi di calendarizzazione prioritaria nella trattazione di nuovi o già pendenti procedimenti giudiziari di protezione internazionale. In quest’ambito è prevista l’attivazione di misure operative e di formazione per tutelare e garantire il riconoscimento delle vittime di tratta che accedono alla giustizia, per promuovere azioni di sensibilizzazione e formazione sul fenomeno della tratta e del grave sfruttamento, al fine di consentire una consapevole emersione delle condizioni delle vittime, per assicurare loro protezione e minimizzare il rischio di vittimizzazione secondaria.
“E’ motivo di orgoglio – ha detto il Presidente della Regione, Luca Zaia – essere i primi in Italia rendere operativo un accordo di questo genere, applicando il concetto della collaborazione con il Tribunale in ambito sociosanitario. E’un obbligo morale e un segnale di civiltà – ha aggiunto – fare tutto il possibile, ognuno nel proprio ambito di competenze, contro un fenomeno inqualificabile, un vero e proprio regime di schiavitù, che sta assumendo i contorni di una vera emergenza sociale e che coinvolge per il 67% donne e per il 27% uomini”.
La collaborazione tra Regione e Tribunale s’inserisce nell’ambito del Progetto “N.A.V.I.G.A.Re” (Network Antitratta Veneto Intersezioni Governance Azioni Regionali), avviato nel 2021, di cui la stessa Regione è capofila, che si configura come un sistema di interventi sociali e sociosanitari per realizzare misure di assistenza a favore di vittime di tratta di esseri umani e di grave sfruttamento nell’ambito sessuale, lavorativo, dell’accattonaggio, nelle attività illegali e nei matrimoni forzati.