In un SMS che ho ricevuto qualche giorno fa, il mio gestore telefonico Wind Tre mi ha informato che il mercato – e quindi anch’io – ha un “crescente bisogno di traffico dati”. Per questo motivo, modificherà dal 31 luglio 2022 il mio contratto che oggi prevede 15 GB di dati utilizzabili.
Dal 14 giugno inizieranno a darmene il doppio (30 GB) e dal 1 agosto il mio piano tariffario costerà euro 10,99 anziché 8,99.
Sarebbe una modifica contrattuale unilaterale, di quelle disciplinate dal codice delle comunicazioni elettroniche, per cui le opzioni possibili dovrebbero essere accettare la modifica (e pagare di più) oppure passare ad altro operatore senza penali.
“Dovrebbe” perchè invece Wind Tre – sempre attenta alle esigenze della clientela – mi dà anche una terza possibilità: non modificare il mio contratto, mantenere i 15 GB e continuare a pagare euro 8,99 al mese, inviando un SMS al 40400 con su scritto “NVAR”.
Quindi, a ben vedere, non non si tratta di una modifica contrattuale unilaterale, ma di un servizio aggiuntivo (e cioè 15 GB al costo di 2,00 euro al mese) che mi viene “appioppato” a meno che io non dica che non lo voglio.
Tecnicamente si chiama per vendita per “opt-out” ed è vietata dall’art. 65 del Codice del consumo che prevede il consenso espresso del consumatore per qualsiasi pagamento supplementare (cosiddetto opt-in) e il diritto al rimborso di quanto pagato se il professionista “non ottiene il consenso espresso del consumatore ma l’ha dedotto utilizzando opzioni prestabilite che il consumatore deve rifiutare per evitare il pagamento supplementare”.
E’ una sorta di “costo della distrazione” (se dimentichi di inviare l’SMS di diniego, paghi 2 euro in più ogni mese), una pratica commerciale aggressiva che abbiamo denunciato all’Antitrust, chiedendo che venga ordinata l’immediata sospensione della condotta e che Wind Tre venga sanzionata.
La compagnia telefonica peraltro non è nuova all’uso di questa tecnica, già a gennaio 2022 aveva utilizzato la stessa tecnica e molti consumatori “distratti” si sono visti aumentare il costo del proprio piano tariffario.
Come detto, il Codice del Consumo all’art. 65 sancisce il diritto ad ottenere il rimborso di quanto pagato. Invitiamo quindi i consumatori che hanno ricevuto questo genere di SMS a inviare una segnalazione all’AGCM e a richiedere al Wind Tre il rimborso di quanto illegittimamente pagato con una raccomandata AR e pec di messa in mora.
In caso di rifiuto da parte del gestore telefonico, invitiamo tutti a segnalarci quanto accaduto e a procedere con un tentativo di conciliazione innanzi al Corecom.