Elezione presidente della provincia: se Rucco è il vincitore designato parliamo con Rolando del dovere di votare e del diritto di astenersi

167

L’appello istituzionale della presidente della provincia Maria Cristina Franco rivolto a tutti i consiglieri comunali della provincia di Vicenza di andare a votare il 31 ottobre per l’elezione del nuovo presidente, appello che riportiamo in fondo, sottolinea il rango istituzionale dell’Ente e le sue numerose responsabilità in capo a strade provinciali, scuole medie, ambiente oltre alle funzioni delegate dalla Regione. In una conferenza stampa i consiglieri comunali di centrosinistra di Vicenza, il capoluogo della provincia, hanno di fatto prospettato l’astensione come strada per pesare e per manifestare dissenso verso la decisione ecumenica di votare Francesco Rucco anche da parte del Partito Democratico provinciale che non li avrebbe consultati.

Abbiamo, quindi, scambiato qualche parola con Giovanni Rolando, un politico e amministratore pubblico di lungo corso del Pd e dei partiti che lo hanno preceduto a partire dal Pci, navigato di certo ma con un’intelligenza anche istituzionale oggi non da molti.
A gennaio 2019 gli stessi consiglieri, ci diciamo con l’attuale consigliere comunale che è stato anche consigliere regionale, saranno chiamati nuovamente al voto per il rinnovamento del consiglio provinciale che rimarrà in carica per due anni. Candidato unico per il ruolo di presidente è il sindaco di Vicenza Francesco Rucco. L’interrogativo è la partecipazione al voto stanti le polemiche circa la sua designazione dovuta ad un accordo tra tutte le forze politiche provinciali, che non proprio tutti i chiamati a votarlo, dicevamo, hanno condiviso, soprattutto a Vicenza città.

E allora?

 

Ciò che pensa un singolo consigliere – ci dice Giovanni Rolando – non conta granché vista la situazione che appare definita e scontata nell’esito. Si può solo, con la scelta personale dare un segnale, ovvero che bisognava cercare un maggior coinvolgimento di tutti gli elettori. Allo stato ed essendo sempre andato a votare in ogni elezione per eleggere i rappresentanti, la scelta per me rimane tra tre opzioni: ritirare la scheda e scegliere di votare sì oppure no o bianca. Oppure non andare proprio a votare“.

E quindi?

Vedrò l’evolversi della situazione e spero che venga promossa una riunione degli organismi dirigenti per scegliere il posizionamento politico, come credo sia doveroso soprattutto nei confronti dei cittadini, almeno del partito nelle cui fila sono stato eletto dal popolo in consiglio comunale. Quando si sta in squadra ci si comporta così. Poi ognuno in democrazia ha la libertà di votare come meglio ritiene“.

Piccola nota comune tra intervistatore e intervistato: la scheda per i consiglieri della città capoluogo di provincia avrà colore diverso rispetto a quella degli altri comuni visto che si tratta di un voto ponderato, in cui si riconosce il peso maggiore, in questo tipo di votazione, di Vicenza città capoluogo. Peso e voto identificabile per sapere da dove arriverebbero le eventuali astensioni.

Precisato questo per valutare gli effetti dell’eventuale “protesta” del centrosinistra berico, Giovanni Rolando, da politico vero, guarda anche avanti e costruisce: “Ecco, a me sembrerebbe naturale che per legge venisse definito che il sindaco della città capoluogo sia anche il presidente della provincia. Spero proprio che si ponga mano ad una riforma di questa legge elettorale. Se venisse eletto un sindaco di un piccolo comune che autorevolezza avrebbe nei confronti dei suoi colleghi più grandi? In ogni modo buon voto a tutti colleghi“. 

E noi cosa pensiamo?

In democrazia si vota anche se si sa di perdere numericamente e non ci si astiene: pessima abitudine di chi non ha il coraggio di battersi per un’idea per quanto pronosticata come perdente.
Se i partigiani si fossero “astenuti” dalla lotta quando le forze avversarie erano ed apparivano preponderanti mai si sarebbe iniziato a scalfire la dittatura.

Non va bene Rucco e/o il metodo utilizzato da chi, anche nel Pd, lo sostiene: si individui un candidato di minoranza alternativo, in carne ed ossa, e lo si voti.

Senza fuggire da nomi e azioni concrete, ma costruttive. 

 

 

Egregi Colleghi/Gentili Colleghe

mercoledì 31 ottobre 2018 dalle ore 8:00 alle ore 20:00, nei seggi di cui all’allegato, i Sindaci e i Consiglieri Comunali in carica dei 119 Comuni della provincia voteranno per l’elezione del Presidente della Provincia.

Dopo l’esito del Referendum Costituzionale, la Provincia rimane un Ente di rango costituzionale con le competenze ad essa riconosciute dalla legge dello Stato e dalle leggi della Regione. La Provincia continuerà quindi ad essere un’istituzione al servizio dei Comuni e al servizio dei cittadini, gestendo funzioni fondamentali quali le strade provinciali, le scuole medie superiori, l’ambiente, nonché le funzioni delegate dalla Regione Veneto. Tra queste ultime ricordo l’urbanistica, la protezione civile e la nuova organizzazione sul turismo. La Provincia svolge anche funzioni delegate per conto diretto dei Comuni, quali la Stazione Unica Appaltante e l’Avvocatura.

Dopo la riforma della L. 56/2014, la Provincia è amministrata direttamente dai Comuni, sia attraverso l’Assemblea dei Sindaci sia nel Consiglio Provinciale

E’ quindi importante che i Consiglieri Comunali partecipino scegliendo il 31 ottobre il prossimo Presidente della Provincia.

Questa mia lettera vuole essere un appello al senso di responsabilità che contraddistingue da sempre l’impegno civico degli eletti nei nostri Comuni, affinché si rechino a votare il prossimo 31 ottobre, dando speranza e fiducia alla nuova Provincia.

Colgo l’occasione per porgere vivissime cordialità.


Maria Cristina Franco