La tanto agognata ripresa del turismo sembra sia una realtà, con performance anche migliori rispetto al pre-covid. Bene. Ma sembra che non siamo all’altezza. I segnali e i fatti sono evidenti:
– annullamenti di voli per mancanza di piloti, personale di volo e di terra;
– strutture ricettive in estrema difficoltà per mancanza di personale stagionale;
– precarietà trasporti (vedi blocco di Trenitalia il 15/06);
– prezzi energetici in crescita nonostante incentivi governo;
– avidità operatori turistici.
Fatti “endemici”, fatti “di mercato”, fatti di “cultura”.
Endemici per la crisi covid ancora in atto e per la crisi mondiale energetica a cui si sono sommate le conseguenze dell’invasione dell’Ucraina da parte di Putin.
Di mercato perché nella stagione delle vacanze estive tutti i prezzi abitualmente aumentano e quest’anno più che mai, dopo una maggiore apertura rispetto al passato del covid. A cui aggiungere la mancanza di un mercato (quello russo e in parte cinese) che rimpolpava tutte le filiere economiche del settore.
Di cultura perché – “post-covid” o meno, solidarietà economica dopo che il governo ha messo in atto (con tutte le difficoltà e contraddizioni) un salvataggio e un’assistenza da fare invidia ai regimi più assistenziali della storia umana – implacabilmente tutti gli attori e i settori hanno prezzi alle stelle, anche ben oltre i livelli ufficiali di inflazione e di “sentimento”.
Di cultura perché l’italiano medio si è stancato di essere preso in giro da imprenditori del precariato *, da aziende ricche per lo sfruttamento del lavoro… e questo italiano sta preferendo restare a casa col poco che ha **, essendosi in parte abituato ad una maggiore frugalità della vita dove viene dato maggiore valore a qualità che non quantità.
Quindi, il grande ritorno del turismo ci dice che siamo peggiori e migliori, dove questi ultimi sono solo i consumatori e i lavoratori più consapevoli della qualità della loro vita. Ma non si preoccupino gli operatori del settore: ci sono ancora ampi margini per chi pagherà ancora prezzi esorbitanti per un ombrellone o un pranzo al ristorante e per quegli operatori che continueranno a far pagare le loro incapacità ai turisti. Non siamo ancora, grazie a loro e ad alcune istituzioni, un Paese maturo.
* una delle immagini più significative è un cartello comparso in un negozio di una città del nord “cercasi apprendista con esperienza”
** strumentali e sopravvalutate le responsabilità che qualcuno dà al reddito di cittadinanza
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Fonte: Turismo 2022. Il grande ritorno: siamo migliori e peggiori