Metodo Charmat o Champenoise? “Wine Specialists Journal”: Franciacorta e Prosecco, prestigiose bollicine italiane

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Bollicine Metodo Charmat o Champenoise?
Bollicine Metodo Charmat o Champenoise?

È sempre un problema scegliere la bollicina giusta per occasioni speciali, infatti di solito davanti allo scaffale dei vini da selezionare per una festa, ci si chiede: «Metodo classico o metodo Charmat o, più semplicemente: «Champagne o Prosecco?». E, in effetti, bisogna scegliere con cura la bollicina giusta, il cosiddetto spumante, per le cerimonie, non solo perché il prezzo potrebbe subire importanti variazioni, ma soprattutto perché, talvolta, si associa, erroneamente, il metodo classico, detto anche metodo Champenoise, al solo Champagne francese, invece sarebbe opportuno esplorare e degustare diverse proposte di metodo classico, a partire dai nostri famosi Franciacorta per finire con tante alternative prodotte con molta perizia e competenza da uve italiane autoctone. Ad ogni modo, a nostro avviso anche con una bollicina fresca e giovane, come quella del prosecco, prodotto con il metodo Charmat o Martinotti, si è sempre in una botte di ferro, ops, perdonate l’imprecisione, di acciaio!

Animante, Barone Pizzini, Franciacorta DOCG, alcol 12% vol.

Animante, Barone Pizzini, Franciacorta DOCG
Animante, Barone Pizzini, Franciacorta DOCG

Ecco un tipico esempio di metodo classico o champenoise di casa nostra, prodotto da uve Chardonnay (85%), Pinot nero (10%) e una minima parte di Pinot bianco allevate nella famigerata zona della Franciacorta, situata a sud del Lago d’Iseo nella provincia di Brescia, in Lombardia. Tra tutte le importanti aziende che producono meravigliosi esempi di Franciacorta abbiamo selezionato da Barone Pizzini, azienda che si può collocare tra le prime a lavorare le vigne completamente in biologico, l’etichetta Animante, un vino che fa non meno di 30 mesi in bottiglia con tiraggio nell’aprile del 2019 e sboccatura ad ottobre 2020. Alla vista si presenta di colore paglierino, brillante e trasparente, con bollicine molto fini e persistenti. All’olfatto il fruttato emerge con sentori di frutta matura, ananas, agrumato di pompelmo e mandarino e poi melone, mentre il floreale rimanda a note di zagare, giglio, peonia, magnolia. Tra le erbe aromatiche si possono riconoscere il timo e la maggiorana, invece nel minerale si avverte una nota di zolfo. Segnale inconfondibile di ogni buon metodo classico è la tostatura di crosta di pane, che in questo caso è molto leggera e si accompagna ad una sensazione eterea di muschio. Al primo sorso appare caldo, rotondo, citrino quasi tagliente, ma anche salato, di intensità lunga con tutte le sensazioni fruttate che restano e ne fanno uno spumante di qualità definita. Nell’abbinamento viene consigliato con salumi dal sapore deciso, come il Prosciutto di Parma o la mortadella, ma possiamo anche inserire il Capocollo di Martina Franca e, in generale, prodotti grassi e morbidi, che si equilibrino con quella sensazione citrina.

Amoler,  Marsuret, Prosecco Valdobbiadene DOCG Extra Brut, alcol 12,5% vol.

Amoler, Marsuret, Prosecco Valdobbiadene DOCG Extra Brut
Amoler, Marsuret, Prosecco Valdobbiadene DOCG Extra Brut

Spostandoci sull’altro versante dell’Italia settentrionale, nella zona compresa tra il Veneto e il Friuli Venezia-Giulia, vantiamo degli ottimi spumanti prodotti con Metodo Charmat che, nel caso siano prodotti con uve 100% Glera, possono essere definiti propriamente Prosecco, fiore all’occhiello della produzione italiana di qualità. Sebbene solitamente siamo abituati a prosecchi molto più beverini, dry o extra dry, utilizzati per sfiziosi aperitivi, vogliamo qui proporre un particolare Amoler, un extra brut, quindi bassissimo residuo zuccherino, circa 2 g/l, dell’azienda veneta Marsuret, prodotto con vitigni situati su terreni morenici che offrono al vino una buona salinità. Di colore paglierino, brillante e trasparente, il vino presenta bollicine fini e persistenti con un perlage che parte dal fondo del bicchiere e si libra verticalmente. All’olfatto si percepiscono note di frutta a polpa bianca, pera abate e mela golden, mentre nel floreale glicine e gelsomino e poi una bella nota minerale di gesso. Nel balsamico c’è una sensazione fresca di iodato per una intensità semplice e una qualità definita. Al palato è secco, caldo, rotondo nelle morbidezze nonostante abbia un corpo esile, sicuramente citrino e quasi salato. Nell’abbinamento andrebbe bene anche come vino da aperitivo, magari con cibi dal sapore più deciso, ad esempio finger food a base di pesce.

 Di Erika Lumento e Michele Lucivero