Italia. Spread e partito della spesa pubblica

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 C’è sempre chi, in occasione di elezioni locali o nazionali, vuole aumentare la spesa pubblica, nonostante un debito che ha raggiunto 2.759 miliardi di euro. Lo abbiamo ascoltato anche nel recente dibattito in Parlamento sulla situazione in Ucraina. Il partito trasversale dello scostamento di bilancio è sempre attivo ed è lo stesso che lancia l’accusa di complotti che affosserebbero l’Italia, riducendola come la Grecia del 2011. L’aumento dello spread, cioè il differenziale tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani (Btp) e quelli tedeschi (Bund), è preso come esempio della congiura in atto. Il bello, o il brutto, è che c’è una moltitudine che ci crede.

Negli anni scorsi la Banca centrale europea è intervenuta con massicce coperture. Si ricordi il “tutto ciò che è necessario” del presidente della Bce, Mario Draghi, del 2012. Senza quell’intervento, oggi, non saremmo neanche con le famose pezze nel fondoschiena; eppure, alcuni partiti (M5S, Lega e FdI) volevano uscire dall’euro.

A giorni, la Bce deciderà di intervenire con uno scudo anti spread che dovrebbe aggirarsi su 500 miliardi di euro per il reinvestimento dei titoli in scadenza.
Poi toccherà all’Italia, o meglio, ai nostri governanti, anche da quelli che usciranno dalle elezioni nazionali del prossimo anno.
Il che non lascia per niente tranquilli.
 

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Fonte: Italia. Spread e partito della spesa pubblica

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