Il 25 e il 26 ottobre, due giorni di “normali” morti sul lavoro: al ritmo di oltre 2 al giorno ad oggi sono 600, di cui 61 in Veneto

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Scusate se posso sembrare ripetitivo ma la rabbia prevale. Il 25 e il 26 ottobre sono stati due giorni “normali” nei luoghi di lavoro. I lavoratori sono morti al ritmo abituale di oltre 2 al giorno. Ormai sono quasi 600 (nei luoghi di lavoro, se si considerano quelli in itinere si superano i 1100) nei primi 10 mesi scarsi di quest’anno. In Veneto, che è la regione con il maggior numero di infortuni mortali, i morti sono 61. La grande informazione nazionale ne parla poco o tace. I telegiornali dicono forse qualcosa? Interessa forse a qualcuno che i luoghi di lavoro siano tali da non garantire un minimo di sicurezza? 
Ormai i morti sul lavoro “non fanno notizia”. Ci stiamo abituando al fatto che questo massacro è il prezzo che si deve pagare per il “progresso”. Un termine che poi è diventato, per lorpadroni, sinonimo di “profitto”. Ribelliamoci. Il progresso, l’innovazione tecnologica, lo sviluppo di nuovi processi di lavoro devono essere socializzati. Devono essere sotto controllo collettivo. Devono portare benefici a chi lavora e non a chi guadagna immense ricchezze sfruttando il lavoro altrui. Questa è la battaglia che dobbiamo portare avanti con determinazione, senza fare sconti a niente e nessuno. La tecnologia, la robotica, la digitalizzazione, il progresso non sono “proprietà” dei padroni sono nostre. Devono servire per lavorare meno, tutti, meglio e in piena sicurezza. In poche parole per avere una vita e un futuro migliori.

 

 

(tg24.sky.it) Sicilia 26 ottobre 2018

Catania, operaio muore a Belpasso in incidente sul lavoro
Morto schiacciato da un lastrone di pietra lavica. Un operaio di 55 anni, Gaetano Alessi Batu di Mascalucia in provincia di Catania, è deceduto a Belpasso nel Catanese mentre stava lavorando nei locali della sua ditta, l’Europietra Industria srl, in contrada Pantano.

 

(gonews.ii) Cortona 26 ottobre 2018

Incidenti sul lavoro, camion fa retromarcia: morto un operaio
Un operaio di Sei toscana è stato investito dal camion guidato dal collega nella zona industriale di Camucia mentre stava effettuando una manovra di retromarcia. L’operaio, Giancarlo Andreoni, 56enne, non ce l’ha fatta per le gravi fratture riportate. L’incidente è accaduto alle 17,40 a Camucia, nel comune di Cortona nella zona nuova della circonvallazione, dove i due uomini stavano raccogliendo i rifiuti.

 

(Gazzettadalba.it) Nizza Monferrato 25 ottobre 2018

Tragedia oggi a Nizza Monferrato, dove nell’appezzamento di un’azienda, intorno alle 16, durante le operazioni livellamento del terreno, C.M., un ragazzo del 1982 residente a Montegrosso d’Asti, è stato investito da un altro trattore morendo sul colpo.

 

(rassegna.it) Ravenna 26 ottobre 2018

È stato ritrovato in tarda serata ieri, 25 ottobre, il cadavere del tecnico della Protezione civile disperso dal pomeriggio dopo il cedimento di una diga-invaso nel fiume Ronco a San Bartolo, nel Ravennate. Danilo Zavatta, 55 anni, era di Savio, sempre nella provincia romagnola: il suo corpo è stato trovato sotto le macerie, fiutato dai cani utilizzati per le ricerche. Era impegnato nel collaudo di un impianto idroelettrico.

 

(rete8.it) Pescara 25 ottobre 2018

Un uomo di 62 anni residente a Chieti, Ennio Tacconelli, e’ morto all’ospedale di Pescara in seguito ad un incidente sul lavoro avvenuto lo scorso 8 ottobre a Manoppello.
Il 62 enne stava gonfiando lo pneumatico di un camion, quando la gomma all’improvviso e’ esplosa, travolgendolo e sbalzandolo a terra. L’uomo era stato poi soccorso dai sanitari del 118 e trasportato in ospedale per un trauma toracico chiuso. A distanza di 17 giorni dal ricovero, le sue condizioni si sono aggravate e l’uomo e’ morto nel reparto di Rianimazione.

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.