Rosso salva il Vicenza Calcio, ma il vecchio blasone non c’è più, per 380.000 euro. L’uomo “Diesel” dovrà ora diventare elettrico per scrivere la nuova storia

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Che Renzo Rosso sia stato accolto dai tifosi biancorossi come un salvatore è meritato e indubbio. Che un grande imprenditore come lui abbia fatto un affare rilevando per solo 1.1 milioni di euro il ramo d’azienda del vecchio e storico Vicenza Calcio conferma il suo fiuto che è altrettanto indubbio. Ora starà a lui, con la cronaca quotidiana dei risultati che otterrà il Bassano Virtus 55 Soccer Team abarthizzato in L.R. Vicenza Virtus, scrivere la storia futura del Vicenza. Quella nuova, che potrà far fare felici, concretamente, i tifosi dei colori del Lane perché quella vecchia è federalmente morta.

La matricola n. 25590, col relativo titolo sportivo, il passaporto per giocare in C non utilizzato visto che Rosso ha preferito usare quello, appunto, del Bassano Virtus, «è stato revocato, con tanto di storia, blasone e trofei ed è custodito dalla Figc» come ha dichiarato al GdV a margine della vicenda dell’A.C.  Vicenza 1902 il presidente regionale Giuseppe Ruzza

Se per la matricola n. 25590 del Vicenza col punzone doc dei suoi grandi successi, che solo con quel numero potranno stare a pieno diritto nella bacheca biancorossovirtussina, la curatela fallimentare avrebbe chiesto solo 380.000 euro, come ha detto sempre al GdV Antonino Longhitano, il “presidente” del fantasma del Vicenza 1902 di Cissé & c., le tante certezze iniziali vengono avvolte da un dubbio: perché Renzo Rosso non ha rilevato titolo e trofei per quei pochi spiccioli?

Se lo ha fatto, l’ipotesi che gira nel suo entourage, perché voleva portare con sé a Vicenza il Bassano per fondere le due storie partendo dalla sua originaria, ma illudendosi che i tifosi, in questo caso giallorossi, fossero capi di abbigliamento trasportabili e non cuori e sentimenti, bè, si è visto che ha sbagliato.

Se, invece, come qualche tifoso berico doc più ambizioso comincia a mormorare dopo i primi risultati di una squadra che poteva essere subito costruita come uno schiacciasassi della serie C con le potenzialità economiche che ha la sua proprietà e l’esperienza che in anni di permanenza della categoria senza promozioni ha maturato lo staff importato da Bassano, Werner Seeber in testa, quei 380.000 euro non si sarebbero staccati dal portafoglio per il braccino corto del creatore della Diesel, bé ci sarebbe un po’ da preoccuparsi per la storia da scrivere… 

Noi, però, preferiamo propendere per una terza ipotesi avvalorata dall’ingaggio di Paolo Bedin come dg: Rosso sta tastando il terreno (stadio ed altro) e scaldando i motori per passare da una dimensione familiare e provinciale a quella che impongono i ricordi della Nobile provinciale.

Renzo Rosso, nato… diesel e ora contitolare di Estrima, che produce la Birò elettrica (nella foto), saprà, e dovrà, diventare elettrico, anzi no elettrizzante per mettere sull’impresa l. R. Vicenza Virtus il suo punzone.

Se lo augurano i tifosi, ne siamo certi noi che altrimenti non capiremmo nulla di quello che ha fatto rosso. Ma noi non facciamo testo perché, in fondo, ragioniamo ancora col cuore da ex presidente tifoso, e non business man, di una squadra di volley femminile, sia pure di serie A…