Si va a votare a settembre. Noi avremmo preferito che il governo di Mario Draghi avesse continuato, non tanto perché eravamo sostenitori a prescindere, ma ché ci è sembrato il meno peggio tra i tanti delle ultime decine di anni, soprattutto per la sua propensione europeista. Ma, non si può avere tutto e, del resto, i partiti che lo fiduciavano erano molto diversi fra loro, con molto, ma proprio molto opportunismo caso per caso.
Non chiediamo ai concorrenti la lista delle promesse. Non ci fidiamo di nessuno. In questa fase, nostri interlocutori non sono coloro che si apprestano ad avere il consenso elettorale, ma chi dovrebbe esprimere questo consenso, gli elettori.
Chiediamo agli elettori di prestare attenzione, già in questa fase di formazione delle liste, a coloro che, nell’ultimo governo e negli anni precedenti, hanno operato con risultato (quindi bando alle chiacchiere), per gli interessi degli utenti e dei consumatori. E soprattutto che lo abbiano fatto non violando le leggi base del nostro patto civico ed economico: concorrenza, libero mercato, mutualità, rispetto e affermazione dei diritti individuali.
L’elenco è lungo e ci sono anche questioni che, per esempio, sono tra quelle considerate causa della caduta del governo (1). Un elenco che svilupperemo nel tempo da qui alla consultazione di fine settembre, sì che ogni elettore posa avere strumenti di valutazione.
In questa fase di partenza della “campagna elettorale” crediamo sia opportuno che il cittadino utente e consumatore, nonché elettore, faccia mente locale e tesoro del proprio potere. Il voto che esprimeremo per il rinnovo di Camera e Senato è il massimo potere in assoluto, individuale ed istituzionale del nostre regime democratico.
Ogni elettore non dovrebbe essere passivamente in attesa di vedere programmi e volti di chi si offre per rappresentarci, per poi scegliere, ma dovrebbe contribuire a partire dal proprio bagaglio di informazioni, e in base a questo “attivamente partecipare” con stimoli di vario tipo alla formazione delle liste.
Sia chiaro. Non siamo nati ieri. Non ci aspettiamo niente di particolarmente rivoluzionario da questa “partecipazione attiva”. Conosciamo i nostri interlocutori istituzionali, che hanno confermato ciò che sono in come e perché è stato sfiduciato il governo Draghi. Ma il pessimismo del giudizio non deve necessariamente compromettere la speranza e l’impegno per un mondo diverso.
Perché sia chiaro, soprattutto per le legioni di persone che stanno già valutando di non partecipare al voto… il mondo non si cambia da sé e, nonostante i deliri dei metodi putiniani di fare politica, non ci sono Bastiglie o palazzi d’Inverno da assaltare e far diventare propri, ma “solo” da far funzionare la democrazia.
1 – il termovalorizzatore per i rifiuti di Roma, la liberalizzazione delle licenze dei taxisti, per esempio
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile
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Fonte: Diritti consumatori ed elezioni. L’elettore al centro. Come far funzionare la democrazia