Fiumi del Veneto: avviate operazioni di contrasto ad emergenza idrica

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Grave di Papadopoli (Piave). Credits: FAI. fiumi del veneto
Grave di Papadopoli (Piave). Credits: FAI.

Fiumi del Veneto al centro delle operazioni avviate in queste ore dalla Regione per contrastare l’emergenza idrica. In particolare, queste hanno riguardato l’aumento della portata del Piave al fine di tutelare le coltivazioni. Contemporaneamente viene monitorata la risalita del cuneo salino sul Po e sul Livenza.

“Dopo aver messo in sicurezza il problema drammatico della risalita del cuneo salino lungo alcuni fiumi del Veneto come il Po e il Livenza, abbiamo deciso di mettere in atto delle azioni per aumentare la portata del fiume Piave e tutelarne il sistema idrico complessivo. Siamo in un momento importante anche per il mondo agricolo, in cui le coltivazioni maturano e siamo vicini alla raccolta autunnale. Nel caso del Piave si tratta di tutelare da un lato i vigneti e dall’altro tutte le coltivazioni di cereali”. 

Così il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, in veste di Commissario delegato per gli interventi urgenti per gestione della crisi idrica, sintetizza il quadro della siccità in Veneto dopo la riunione dell’Unità di crisi che, tra ieri pomeriggio e questa mattina, ha fatto il punto della situazione nella nostra regione rispetto a criticità e azioni messe in atto per farvi fronte.   

L’Unità di crisi oggi si è concentrata sull’affrontare la diminuzione della portata del fiume Piave che ha ripercussioni su un ampio sistema idrico a livello regionale. 

Il soggetto attuatore per il coordinamento dr. Nicola Dell’Acqua ha chiesto al soggetto attuatore Enel Green Power di predisporre un decreto per favorire un maggiore rilascio dal lago di Santa Croce al fine di tutelare il sistema idrico legato al fiume Piave. L’obiettivo, come indicato dal Commissario straordinario, è quello di tutelare le coltivazioni, a monte quelle vitivinicole e a valle cerealicole, che molto stanno soffrendo a causa della mancanza di precipitazioni.

Con l’aiuto di Enel Green Power si provvederà ad aumentare la portata delle acque del Piave. Ieri pomeriggio sono già state avviate le relative operazioni a Sospirolo che hanno portato ad un aumento a Quero.

  

Di seguito, il punto della situazione dei fiumi del Veneto e nei vari bacini della regione fatto nel corso della riunione dell’Unità di crisi:  

PIAVE. Si è provveduto al maggiore rilascio dai bacini montani, in particolare dal lago di Santa Croce, al fine di aumentare la portata del fiume Piave oggi molto ridotta, soprattutto a valle. 

PO. Il gestore sta provvedendo a spostare il potabilizzatore da Ponte Molo a Corbola e potenziando l’erogazione da Adria, a protezione della centrale di Corbola rispetto al pericolo di un’ulteriore risalita del cuneo salino nel Po. 

LIVENZA-BRIAN. Dopo gli interventi della scorsa settimana, si rileva un preoccupante livello della salinità del fiume Livenza influenzato anche dai regimi di marea. Lungo il Brian si rilevano sacche di sale sul fondo del fiume, dovute a infiltrazioni. Questo significa che è necessario provvedere all’immissione di acqua dolce per far fronte all’aumento di salinità. Per quanto concerne il Livenza, al momento a Boccafossa il livello di salinità è pari a 500 microsiemens/sec. Tutto ciò porta ad un quadro complessivo di estrema precarietà.  

MESCHIO. Il Soggetto attuatore Enel Green Power, come concordato ieri, ha provveduto ad aumentare il rilascio sul Meschio di 4 mc/sec. Questo avverrà fino a fine a fine agosto, termine previsto dei lavori di manutenzione lungo il fiume. 

ALTOPIANO DI ASIAGO. Per quanto riguarda i tre nuovi pozzi realizzati a Marcesina, l’ULSS 7 Pedemontana ha provveduto ad inviare le analisi di potabilità dell’acqua del primo pozzo che hanno dato il via libera ai tecnici di Etra per effettuare le manovre finali e l’acqua è stata immessa in rete alle 12.30 di oggi. La piana di Marcesina è un luogo di unicità e rara bellezza paesaggistica e naturalistica. Qui si trovano alcune delle opere di presa dell’acquedotto a servizio del territorio dell’altopiano di Asiago. L’acqua della Marcesina è un patrimonio del territorio, utilizzata sia per l’attività di alpeggio che per l’approvvigionamento del pubblico acquedotto, inizialmente dal Comune di Enego poi da Altopiano Servizi e attualmente da Etra, società di proprietà dei comuni. È un’acqua oligominerale, con basso residuo fisso e priva di contaminazioni chimiche.