4 novembre 1018: sono orgoglioso di essere Italiano

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Dopo 100 anni dalla conclusione della Grande Guerra, l’Italia, ha oramai consolidata la sua unitarietà, sul piano geografico, morale, religioso. Stamane in Piazza all’alzabandiera uno scrosciante applauso ha salutato la salita del tricolore sul pennone di Contrà Cavour, in molti hanno cantato l’Inno di Mameli. Dopo 1000 anni di battaglie, l’Italia è unita. Non è stato facile, la storia Patria per noi è stata molto diversa. I Comuni furono praticamente il soggetto storico che, con la Chiesa e l’Impero, hanno costruito per primi l’idea dell’Italia, bloccata a causa della lotta secolare tra Papato e Impero.


Federico I° Barbarossa, scese in Italia ben sei volte dal 1154 al 1183, imponendo con le sue armate la politica degli Hohenstaufen residenti nel castello di Waiblinghen da cui il termine Ghibellini e dai Bavaresi favorevoli al papato che dal nome WELF del loro capostipite in Italia furono chiamati Guelfi.
In molti paesi Europei i Re governavano da tempo. Ma le vicende nostrane hanno avuto come protagonisti originari altre istituzioni come: L’Impero, Il Papato, I Comuni, La Repubblica Serenissima. Ma i grandi movimenti innovatori della nascente Italia derivano dalle idee di letterati, filosofi, artisti, scienziati, poeti come Dante Alighieri e Francesco Petrarca, che furono inoltre teorici della politica italiana.
Francesco Petrarca 1304-1374. Era orgoglioso di essere italiano: Italicus sum. Il poeta rivendicò più volte l’identità Nazionale Italiana, specificando: Sumus enim non graeci, non barbari, sed Italicus et Latini.
La Nazione, ha oramai una entità unitaria consolidata, sul piano geografico, morale, religioso, linguistico. Ma bisogna essere orgogliosi di appartenere alla nostra comunità Vicentina e Veneta, per essere cittadini, bisogna sentirsi tali, avere la percezione del Dovere alla identità Italiana, partecipare alla vita comunitaria, molto prima di chiedere Diritti che gli Italici, si sono guadagnati nei secoli con milioni di morti, stamane ricordati con una lapide..a memoria dei posteri.

Prof. Luciano Parolin