Poco più di tre settimane all’inizio del campionato di Serie C 2022-2023. Due mesi e mezzo dalla partita di ritorno dei play out che ha segnato la retrocessione. La transizione (a ritroso) è avvenuta con lentezza e senza traumi, si può dire che non sia stata ancora metabolizzata.
Vicenza, è vero, è una città pacata, in cui anche le passioni – come quella per il calcio – si esprimono con moderazione e, nei rari casi in cui ci sono, le arrabbiature si stemperano rapidamente. Ma la pessima stagione 2021-2022 aveva dato l’impressione di contravvenire all’aurea regola del tifoso vicentino, ovvero il manzoniano “adelante con jucio” (procedi con giudizio), lasciando sentimenti di profonda delusione e sfiducia nella piazza che, certo ben lungi dal proporsi reazioni clamorose, quanto meno si proponeva di riaccordare la propria fiducia al management di Largo Paolo Rossi solo davanti alla prova di un ravvedimento e di un cambio di indirizzo nella gestione.
Un mese-cuscinetto per smaltire la delusione
A diluire le tensioni c’era stato il mese-cuscinetto intercorso fra la fine dei play out e la definitiva condanna alla categoria inferiore, scaturita solo il 22 giugno dalla iscrizione della Reggina alla Serie B e dalla conseguente mancata riammissione del club vicentino.
La “fiammella della speranza” (espressione che, in quel periodo, ha stravinto il record degli utilizzi sia nei media che nei social) ha illuso tanta gente, convinta che quello del nuovo proprietario della Reggina fosse un bluff quanto meno perché si trattava di una società e di un imprenditore del Sud. A proposito di millantatori, a nessuno era venuto in mente il nome del piemontese Sanfilippo, presidente-non presidente per pochi giorni del Vicenza Calcio, fallito e cancellato dalla storia del calcio nazionale, e sì che son passati solo quattro anni.
Per un mese si sono accantonati malumori e disaffezione verso la società, contando su un mantenimento della categoria certo non conquistato sul campo, e quindi immeritato, ma frutto delle disgrazie altrui. Tutti zitti e buoni, allora, nell’attesa di un regalo della sorte che avrebbe incredibilmente ribaltato l’esito agonistico del campionato.
Quando poi è arrivato il verdetto, insieme al primo caldo regalato dall’anticiclone africano, gli animi si erano calmati e la crescente rassegnazione aveva avviato un po’ d’entusiasmo fondato sul masturbatorio presupposto “meglio primi in Serie C che ultimi in B”.
I buoni tifosi vicentini si ringalluzzivano nella convinzione che li aspetti un campionato trionfale in terza serie, da stravincere conquistando un immediato ritorno fra i Cadetti.
Balzaretti subito all’opera nel calciomercato
Fugando i dubbi legati alla partenza con necessario ma evidente ritardo del calciomercato biancorosso, la società ha messo prontamente all’opera il direttore sportivo Balzaretti affidandogli un duplice e complesso mandato: rifare la squadra con giocatori di categoria e cedere quelli che non rientravano nel progetto tecnico della Serie C 2022-2023.
Le linee-guida del calciomercato erano ben definite, a cominciare dall’allestimento di una rosa fatta da uomini con esperienza di terza serie e buoni subito per puntare al primato. Era esclusa, in conseguenza, la scelta di giocatori in prospettiva di un utilizzo anche in B.
Altri obbiettivi erano il ringiovanimento della età media, la drastica riduzione dei prestiti e l’ingaggio di giovani destinati a crescere a Vicenza anziché a tornare alle squadre di provenienza dopo un’annata in provincia per farsi le ossa. Tutte queste mire sembrano essere state centrate, anche se la rosa non è ancora completa in difesa.
Due bomber e un regista
I due bomber che sono arrivati, Ferrari e Rolfini, anche se individuati in base alla classifica marcatori e quindi su un valore numerico, sono una coppia ben assortita nelle rispettive caratteristiche. Si vedrà, loro due che sono risultati il primo e il secondo cannoniere del Girone B, come si ambienteranno in un girone della Serie C che, di solito, è più impegnativo.
Anche l’arrivo di Ronaldo Pompeu Da Silva va visto come un inserimento positivo nonché necessario. Mancava, infatti, da tempo un regista e il giocatore italo-brasiliano ha le doti e l’esperienza per assumersi la responsabilità del ruolo. Non che manchi qualche riserva su di lui, però, a cominciare dalle quattro giornate di squalifica che dovrà scontare a inizio campionato alla tendenza ad essere piuttosto scorretto in campo. L’età (trentadue anni) non dovrebbe, invece, risultare un fattore di dubbio, anzi forse è quella giusta per essere il leader di una squadra pressochè nuova.
La dirigenza biancorossa sta, insomma, preparando un approccio morbido alla Serie C. La tifoseria dà segnali incoraggianti, c’è fiducia e convinzione delle possibilità della squadra di giocare da protagonista nella prossima Serie C. Nessuno mugugna più nei confronti dei Rosso, a cui è stato perdonato tutto, e dei dirigenti (gli stessi della retrocessione), su cui non si esprime più alcuna riserva.
Vicenza ha resettato ed è pronta ad affrontare la Serie C 2022-2023 con il consueto aprioristico sostegno la sua squadra, anche senza saper quale sarà poi il futuro visto che, di promesse, la proprietà si è ben guardata di farne.