I risparmiatori ringrazino l’avv. Calvetti se andrà in porto l’appello “taglia costi legali” sui ristori ai soci delle banche in Lca o risolte

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Era da tempo che, dopo aver abbozzato un’inchiesta anni fa, ben prima che BPVi e Veneto Banca finissero in Lca, sulla trasparenza di legali e associazioni di “tulela” delle vittime delle banche venete e non solo (a breve renderemo noti alcuni esiti dopo il flop delle nostre ex popolari venete), ricevevamo lettere di risparmiatori che, dopo aver perso i loro soldi affidandoli a mani rapaci e ciniche, si sono affidati ad altri predatori. Alcuni sono avvocati, spesso coperti da sigle di associazioni costituite da loro stessi o sotto i loro capaci artigli.

 


Altri sono alcuni gruppi di interesse, che ci fa fatica chiamare associazioni di soci visto che sono in un guado melmoso tra le ambizioni politiche dei loro capi e le tasche capienti di chi gioisce tanto più si fa ingarbugliata la questione dei ristori ai soci che hanno perso i loro risparmi.

Ma pochi giorni fa una di queste lettere, molto amara nel suo malinconico equilibrio, l’abbiamo ricevuta da un signore, un laureato nel caso specifico e con tanto di firma, che ci raccontava il suo caso esemplare (lui è un obbligazionista subordinato…) con uno degli studi più “capienti” di clienti, di cui non ci faceva il nome ma facilmente e documentalmente da noi riconoscibile come quello dell’avvocato Sergio Calvetti.

Iscritto allo stesso Ordine degli Avvocati di Treviso, che mai si è degnato di rispondere alle nostre Pec in cui chiedevamo lumi sulla sospensione per usura dallo stesso comminata ad un altro legale della Marca, sicuramente Calvetti è un “grande” lavoratore del Foro, ci dicevamo quando abbiamo letto negli atti preliminari del processo sul flop della Banca Popolare di Vicenza che aveva curato, sicuramente con attenzione professionale, 4.641 (sì quattromilaseicentoquarantuno) costituzioni di parte civile anche se il nostro avvocato, il prof. Renato Ellero, noto penalista e già docente universitario a Padova, in una sua intervista ci aveva detto che ad “occuparsi” di chi segue più di un qualche centinaio di casi di questo tipo dovrebbe essere l’Ordine.

Ma, poi, a scalfire questa nostra sicurezza sui Calvetti di turno è arrivata, dopo tante altre lettere che meritavano la pubblicazione ma che ci richiedevano un tempo per essere sintetizzate che ci mancava per le mille incombenze giornalistiche, che noi, meno bravi del Calvetti, non riuscivamo a gestire in simultanea, la missiva dell’obbligazionista che, per la chiarezza con cui è scritta, possiamo pubblicare così com’è visto che ci ha fatto anche venire l’dea del appello “taglia costi legali” su ristori a soci banche in Lca o risolte.

Ecco la lettera allora e ci perdoni l’avv. Calvetti se l’esempio riguarda lui, ma è ai più grandi che toccano, con gli onori, gli oneri maggiori anche se renderemo omaggio a breve e in dettaglio alla top ten dei legali che hanno presentato per altro poco utili (a riavere il proprio denaro) costituzioni di parte civile. E per una volta almeno i risparmiatori ringrazieranno questa tipologia di avvocati se, per sollevarli dalla quantità di esorbitante di clienti, andrà in porto l’appello “taglia costi legali” sui ristori ai soci delle banche in Lca o risolte.

 

Caro Direttore Giovanni Coviello, premetto che allo stato attuale non sono soddisfatto dell’assistenza legale prestatami da un noto studio trevigiano per i seguenti motivi:

-Quando ho sottoscritto il mandato credevo che il titolare difendesse la posizione dei titolari di obbligazioni subordinate. Ho scoperto in seguito che i principali clienti sono gli oltre cinquemila azionisti del territorio che credo incidano maggiormente dei due – trecento obbligazionisti. E i risultati degli ultimi giorni sembrano dimostrarlo.

– comunicazione difficilissima con lo studio, I legali o chi risponde al telefono non mi hanno fornito mai spiegazioni sull’avanzamento delle cause presso i tribunali (“siete migliaia, non possiamo rispondere per i singoli ma per tutti e comunque dovrebbe sapere che le cause depositate richiedono anni” sono le risposte a mio parere evasive che ho ricevuto). 
Ad oggi dopo oltre un anno ho ricevuto una mail di aggiornamento in cui, in sostanza, si dice che il cantiere delle cause è aperto ma per vedere la casa finita nessuno conosce i tempi

– il titolare dello studio è stato presente in una chat fino a pochi giorni or sono in cui ci rassicurava tutti contraddicendo le notizie di stampa, come fake news a cui non prestare fede.
Notizie che da mesi ventilavano l’ipotesi di come il nuovo fondo risarcitorio fosse ampliato nei fondi includendo una platea più ampia ma prevedeva gli stessi paletti di inclusione-esclusione del fondo Baretta: cioè noi eravamo fuori.
Nello specifico dopo avergli fatto notare la superficialità, spero in buonafede, con cui aveva sottovalutato i rischi di esclusione che correvamo, si è tolto dalla chat per cui ora siamo ancora più isolati…

Lettera firmata