Arzignano Medaglia d’argento al merito civile, il commento dell’Anpi

674
Comune di Arzignano
Comune di Arzignano

Arzignano Medaglia d’argento al merito civile. Lo scorso 5 agosto 2022 il comune in provincia di Vicenza è stato insignito dell’onorificenza dal Presidente della Repubblica con questa motivazione: “Gli operai di un’azienda attiva sul territorio nazionale reagirono con lo sciopero alla richiesta dei tedeschi di spostare in Germania una parte delle maestranze, pagando questa scelta con la vita o con la prigionia. Simbolo di sacrificio e di resistenza contro le violenze nazifasciste. 29/30 marzo 1944, Arzignano”, come si legge dal sito del Quirinale.

In merito, ecco una nota da parte dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (Anpi) sezione “Sergio Caneva“ di Arzignano.

“Il conferimento – si legge –  da parte del Presidente della Repubblica ad Arzignano della medaglia d’argento al merito civile è un risultato molto importante per la città e in particolare per i lavoratori delle Officine Pellizzari, oggi Marelli Motori. 

Questo riconoscimento ricorda quale alto prezzo pagarono i lavoratori delle Officine  Pellizzari che il 28 marzo 1944 scioperarono contro i tedeschi che volevano trasferire in Germania il 10% delle maestranze e molti macchinari. 

Questa lotta causò la dura repressione dai nazifascisti che culminò con l’uccisione, il 30 marzo 1944 al Castello di Romeo a Montecchio Maggiore, di Cocco Luigi, Erminelli Cesare, Carlotto Umberto e Marzotto Aldo, operai delle officine.

Insieme a loro sono ricordati nel cippo presente nel cortile dell’azienda anche Rampazzo Giuseppe, Salvato Giovanni, Giovanni Ferin, Marchetto Eucaristo (Ruggero), Moretto Giovanni, Pana Antonio (Libero), Piacentini Giuseppe (Mora).

Undici testimoni, undici eroi, undici arzignanesi caduti per difendere il posto di lavoro, per tutelare le loro famiglie, per riconquistare la libertà, la pace, la democrazia e la giustizia. 

Con questi ricordiamo gli altri caduti arzignanesi a cominciare da Antonio Giuriolo, ‘capitan Toni’, i fratelli Caneva Igino e Amleto e i tanti deportati nei campi di prigionia in Germania e mai più tornati. Anche a loro è dedicata questa onorificenza e insieme li ricordiamo”.