Sono andato a vedere la partita fra LR Vicenza e Virtus Verona del Memorial Santagiuliana perché mi aspettavo un test match interessante a due settimane all’inizio del campionato. Supponevo che tutt’e due le squadre avrebbero utilizzato l’occasione per una messa a punto significativa: era un anticipo di campionato essendo inseriti, vicentini e veronesi, nello stesso girone della Serie C; era una verifica della condizione dei giocatori dopo che gli allenamenti erano diventati meno pesanti; era il momento di far scendere finalmente in campo la formazione-tipo dando per esauriti i mille esperimenti fatti in precedenza.
Devo ammettere di essermi sbagliato. La partita è stata, infatti, sostanzialmente noiosa e ben poco spettacolare perché le due protagoniste l’hanno giocata a un ritmo da allenamento e con un atteggiamento da amichevole piuttosto che da torneo. Il che ci può stare, ovviamente, perché le mie aspettative non dovevano per forza combaciare con i piani degli allenatori.
La Virtus non ha fatto una gran bella figura, per così dire. Gioco modesto fondato sul possesso palla a ritmo blando, squadra corta ma non veloce nei ripieghi, difensori (almeno quelli del primo tempo) piuttosto scarsi, attaccanti non pervenuti. Il centrocampo di Gigi Fresco è stato il reparto migliore, ordinato e ben registrato, con un limite: efficace solo fino alla trequarti avversaria.
Se i veronesi sono quelli visti al Menti, si possono inquadrare nella parte medio-bassa della classifica, obbiettivo salvezza, insomma. Non sono stati un avversario ostico per i biancorossi, quindi, un po’ più di uno sparring partner per l’LR Vicenza. Magari in campionato sarà diverso.
Nemmeno contro la Virtus la formazione titolare dell’LR Vicenza
Ero convinto che Francesco Baldini avrebbe fatto giocare la squadra dei titolari e, invece, nemmeno a quindici giorni dal via del campionato è andato in campo l’undici che si potrebbe presumere definitivo.
In porta è stato riproposto Confente ma è ingiudicabile perché ben poco ha potuto fare per dimostrare di meritare il posto da titolare. Il tris di difensori centrali è cambiato un’altra volta perché sono stati utilizzati Padella, Pasini e Ierardi, tutti di piede destro. Una valutazione sul trio e sui singoli si deve circoscrivere alla fase difensiva, non sempre inappuntabile non ostante la modestia degli attaccanti avversari e la prevedibilità delle loro giocate. Ingiudicabili, invece, sotto il profilo della costruzione del gioco, che nella difesa a tre è importantissima. La Virtus non ha mai pressato i difensori vicentini e, quindi, possesso palla e costruzione dal basso sono risultati agevoli.
Un centrocampo inedito e sperimentale
Le cose più interessanti si son viste a centrocampo, in cui Baldini non ha schierato dall’inizio Ronaldo e ha affidato la regia al diciannovenne Kaleb Joel Jimenez Castillo, italo-spagnolo in prestito dalla Salernitana. Il baby, l’anno scorso in forza al Seregno in Serie D, ha fatto una discreta figura, evidenziando mobilità, posizione e buon controllo di palla. Ma non sarà lui il play maker in campionato, perché nella gerarchia del ruolo lo precedono Ronaldo e Cataldi. Il brasiliano ha fatto un po’ di minutaggio nel secondo tempo e si è fatto notare più da fermo che in azione grazie a una punizione dal limite che ha fatto incocciare al pallone la traversa.
Le due mezzali, Scarsella e Zonta, non hanno lasciato ricordi memorabili. Soprattutto dal primo ci si poteva aspettare qualcosa di più ma si è limitato ad una prova anonima. Di Zonta sono mancati i tipici inserimenti, che gli sono stati negati perché questo copione spettava a Dalmonte.
Dalmonte e Greco i migliori
L’esterno destro, al pari del suo omologo mancino Freddi Greco, è stato il migliore in campo. Abilissimo sia nella fase difensiva che in quella offensiva, è stato generoso nell’impegno soprattutto nel primo tempo mentre, nella ripresa, è un po’ uscito di scena. Ho molto apprezzato alcune sue veloci incursioni centrali, che sono state forse le uniche giocate creative del Vicenza.
Greco è un giovane (ha ventun anni) che ha alcune doti che ne fanno una promessa: corsa, tecnica e fisicità sono quelle per cui è emerso contro la Virtus, per trequarti di gara in posizione di esterno mancino e, nel finale, di mezzala. È un pupillo dell’allenatore e sono convinto che, grazie anche alla sua duttilità, lo vedremo spesso in squadra.
Ferrari e Rolfini non fanno ancora reparto
Gli attaccanti sono quelli che mi hanno più deluso perché mi aspettavo ben altro dai due migliori marcatori del Girone B dell’anno scorso. Fra Ferrari e Rolfini meglio quest’ultimo, quanto meno per la doppietta che ha firmato, propiziata – è vero – da altrettanti errori della difesa ma frutto di una lucida finalizzazione. Sul centravanti non dico nulla, bisognerà rivederlo quando sarà in forma perché, contro i mediocri difensori virtussini, ha fatto vedere ben poco. I due attaccanti, per di più, non fanno ancora reparto, giocano poco l’un con l’altro e ciò, in un 3-5-2, non è contemplato.
Per Baldini ancora parecchio lavoro da fare
Che posso aggiungere sull’allenatore Baldini? La sua mano si nota, per ora, soprattutto nella corretta applicazione del modulo prescelto, anche se qualche volta è stata un po’ scolastica e rigida. La riuscita del suo 3-5-2 dipenderà in gran parte dalla continuità dei due quinti di centrocampo a esserlo anche in difesa. Per il ruolo di esterno i giocatori ci sono, anche se le riserve potrebbero pagare dazio per l’età.
Il lavoro ancora da fare, per il tecnico, è sull’attacco. La messa a punto dei due titolari è ormai urgente anche tenendo conto che, come riserve, ci sono al momento solo un paio di baby.
Baldini, poi, è ora che prenda una decisione sul portiere e sui difensori titolari. Non dipende solo da lui, perché ci si aspetta ancora qualcosa dal calciomercato, ma bene o male ormai è necessario far giocare almeno una partita intera ai candidati titolari. Lo stesso discorso vale per la formazione-tipo, che non si è ancora vista in campo. Può essere che l’allenatore preferisca tenere tutti in corsa e, durante la stagione, scegliere di volta in volta chi mandare in campo. Non è l’unico a farlo, ma continuare con esperimenti e cambi non sempre funziona.
Ultima annotazione: contro la Virtus l’LR Vicenza che copre tutti gli spazi e aggressivo si è vista pochino. Ma, forse, non era la partita giusta.