Miteni e Pfas, i Comitati per l’acqua: “classico modello estrattivista e produttivista”

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La vicenda del gravissimo inquinamento da PFAS – scrivono in una nota congiunta Forum Italiano dei Movimenti per l?Acqua, Comitato Acqua Bene Comune Vicenza e Coordinamento Acqua libera dai PFAS – delle falde a cavallo tra la provincia di Vicenza, Padova e Verona sta assumendo contorni sempre più drammatici. Dopo le furbizie adottate dal Parlamento europeo in fase di approvazione della revisione della Direttiva Acque Potabili visto che non si sono minimamente recepite le richieste dei comitati No PFAS in merito alla riduzione a zero dei limiti per queste sostanze altamente inquinanti, il 26 Ottobre è giunta la notizia che la MITENI, azienda indicata da ARPAV come la principale responsabile dell?inquinamento, ha annunciato improvvisamente e unilateralmente il proprio fallimento avviando di conseguenza la procedura per il licenziamento collettivo dei 121 lavoratori. 
Oggi 9 Novembre il tribunale di Vicenza ha sancito tale fallimento.

Siamo di fronte al classico modello estrattivista e produttivista: si sfrutta al massimo un territorio, le sue risorse, la comunità e i lavoratori, si lascia un disastro ambientale, si mina profondamente la salute delle persone, e si fugge via per trovare, magari sotto altro nome, un altro territorio da mettere a profitto.

Come avviene spesso il costo enorme della bonifica si prova a farlo ricadere sul pubblico, come al solito si privatizzano gli utili e si socializzano le perdite!

Come Forum Italiano dei Movimenti per l?Acqua intendiamo sostenere con forza le denunce e le iniziative del Comitato Acqua Bene Comune Vicenza e del Coordinamento Acqua libera dai PFAS.

In questo senso, intendiamo sollecitare le istituzioni locali e quelle nazionali, a partire dalla Regione Veneto per arrivare ai Ministeri competenti, a mettere in campo tutte le azioni necessarie affinchè si eviti il continuo propagarsi dell?inquinamento mediante la garanzia di una bonifica efficace del sito della Miteni e si tutelino i livelli occupazionali, la salute dei lavoratori e delle persone impattate, oltre a prevedere lo stop della produzione e utilizzo dei PFAS in Italia e altrove.