Luigi Di Maio è un giornalista pubblicista iscritto all’OdG campano che ora lo “indaga”: è un promessevendolo o una puttana? Se lo chiedono ora anche le vittime della banche

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Oggi è Il Fatto Quotidiano, giornale di certo non lontano dalle posizioni del M5S, a rendere noto, con un retrogusto di ironia, che «l’ordine dei giornalisti della Campania “ha mandato gli atti al Consiglio di disciplina”, per valutare l’apertura di una procedura nei confronti del suo iscritto Luigi Di Maio, vicepremier ma anche giornalista pubblicista». Se ad accendere la miccia sono state le parole di sabato del vicepremier contro i giornalisti, definiti anche “infimi sciacalli” e “cani da riporto di Mafia Capitale”, 


Se l’Odg campano ha reso noto di essersi mosso «dopo le numerose segnalazioni ricevute» noi, che pure abbiamo applaudito con un “amen” la promessa da parte di Di Maio di una legge che premi gli editori puri e che non condividiamo l’attacco al M5S a prescindere, non possiamo non aderire alle proteste dei vari ordini, tra cui quello veneto, nei confronti della generalizzazione delle accuse, a prescindere, ai giornalisti: la cosa ci offende personalmente!

Ma detto ciò ci chiediamo ora, riguardo alle fake news diffuse spesso con frequenza pari a quelle di certi nostri (a malavoglia) colleghi da Di Maio & c., ad esempio sui ristori alle vittime di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, se l’OdG della Campania chiederà, tramite il suo Consiglio di disciplina, se il politico giornalista o il giornalista politico, è stato in quesi casi più “promessevendolo” o “puttana” elettorale. 

E se le continue “manine“, evitabili con un po’ di attenzione e/o competenza, che i pentastellati evocano a propria difesa, quando scappano fuori norme che i loro elettori aborrono (ad esempio quelle che impedirebbero azioni legali contro Bankitalia, Consob e società di revisione alle suddette vittime delle banche se accetteranno il 30% di ristori), non siano simili alle pressioni di direttori più o meno puri, rifiutabili con un po’ di dignità e/o professionalità, che “firme”, più o meno note, chiamano a propria giustificazione, quando sarebbero costrette a scrivere il falso o il facilmente contestabile, che i loro lettori prima o poi scoprono abbandonando quei giornali mercenari.

Queste domande sulle promesse non mantenute, cari (sul serio) 5S,  se le stanno facendo in tanti, oltre alle da noi ben conosciute e sempre tutelate vittime delle banche.