Daniela Sbrollini, senatrice vicentina di Italia Viva, eletta per tre legislature col Pd, da cui è fuoriuscita con Renzi, e candidata al Senato nel collegio plurinominale Veneto 2 (capolista Carlo Calenda) si divide fra Roma, la regione e Vicenza per gli impegni parlamentari e quelli della campagna elettorale.
In Veneto Sbrollini è una delle colonne del Centro, la coalizione elettorale che unisce Italia Viva e Azione, i partiti di Renzi e di Calenda, nella sfida ai due poli storici. Il Veneto non è un territorio di grandi numeri nemmeno per il terzo polo: “I sondaggi dicono che sia già tutto deciso anche qui, invece, io credo che ci sia uno spazio politico per questo nuovo soggetto, che ovviamente camminerà anche dopo il 25 settembre, noi speriamo con Draghi. Vincere in alcuni collegi al Senato significa determinare la non vittoria assoluta della Destra e intercettare un elettorato che venga sia dalla Sinistra che dalla Destra ma anche un elettorato, stimato nel 38%, che non ha ancora deciso se andrà a votare e per chi. Abbiamo uno spazio politico molto grande, parliamo a tutti gli elettori quindi siamo liberi, non abbiamo convinzioni ideologiche che ci imprigionano. Ci rivolgiamo a un’area non solo moderata ma anche riformista che possa portare avanti i valori e le riforme del governo Renzi del 2016, agenda che si è interrotta ed è ripresa con Draghi. Il primo punto del programma è la crescita e la produttività, dirlo qui in Veneto e a Vicenza ha un significato ancora più grande perché c’è delusione da parte delle categorie economiche.”
La richiesta maggiore dei veneti è l’autonomia.
“Ho fatto parte anche in questa legislatura della Commissione Bicamerale per l’autonomia e gli affari regionali, sono sempre stata a favore dell’autonomia. Quella che noi difendiamo è quella degli enti locali, cioè dei sindaci e dei comuni, quella delle regioni ci convince fino a un certo punto. La Lega l’ha sbandierata per trent’anni e poi, pur avendo i numeri per farla approvare, l’ha usata solo come bandiera per prendere voti ma non l’ha mai portata avanti perché aveva interesse a prendere voti anche al Sud. Noi vogliamo dare più potere ai comuni perché sono gli enti più vicini ai cittadini e anche ridisegnare il ruolo delle province e rivedere il Titolo V della Costituzione per quanto riguarda i poteri alle Regioni.”
La richiesta di Zaia sull’autonomia è articolata in 23 deleghe.
“Ho sempre detto a Zaia di chiedere pochi punti, concreti e realizzabili. Per quanto riguarda la Sanità, il Veneto è l’unica regione che non ha attuato la riforma delle Ipab e così i veneti pagano le rette tra le più alte d’Italia. Denatalità e anziani sono i due problemi più grossi che schiacciano i giovani, che sono in mezzo.”
Il reddito di cittadinanza?
“Abbiamo sempre detto che vogliamo abolirlo, abbiamo riproposto quello di inclusione sociale anche in questa legislatura. Permette ai sindaci di erogare le risorse direttamente a chi ne ha bisogno. Il reddito di cittadinanza ci ha fatto buttare venti miliardi di euro, finiti in maniera indiscriminata a chi non ne aveva bisogno, a evasori fiscali, a collusi con la mafia. Quindi riproponiamo quello di inclusione.”
Altro tema locale molto sentito è quello dei soci delle banche fallite.
“Sono sempre rimasta in contatto con le associazioni. Dobbiamo fare in modo che chi è stato realmente danneggiato sia risarcito in maniera definitiva, senza ambiguità e ritardi. Questa è una ferita aperta dentro la città, bisogna fare in modo di chiuderla.”
Veneti e vicentini sono molto sensibili alla immigrazione.
“La nostra proposta è sempre la stessa: aiutare ed accogliere chi è in difficoltà, cambiare a livello europeo alcune politiche. Per noi non è mai esistita l’equazione immigrazione uguale sicurezza. Abbiamo parlato di ius soli, di diritti di cittadinanza, insomma una politica di integrazione nei limiti che ha il nostro paese per l’accoglienza. La sicurezza è un tema che riguarda tutte le nazionalità, non solo gli immigrati. Ci sono tanti reati perché i centri di accoglienza non sono sempre d’aiuto o, come a Vicenza, sono stati chiusi.”
Dopo le politiche ci potrebbe essere un ridisegno di Lega e FdI all’interno della coalizione?
“Molti leghisti voteranno la Meloni, molti altri invece sono delusi ma non sono di Destra estrema, quindi potrebbero votare fuori della coalizione. Sappiamo bene, poi, che ci sono divergenze fra Zaia e Salvini, che ha fatto fuori dalle liste tutti gli uomini del presidente della Regione. Zaia ha sottoscritto l’appello a Draghi e poi è rimasto in imbarazzante silenzio quando Salvini lo ha fatto cadere. Una Regione così avanzata, moderna e che guarda all’Europa, qual è il Veneto, faccio fatica a pensare che possa rinchiudersi nei confini dei partiti sovranisti.”
Qual è l’obbiettivo della coalizione di Centro alle politiche?
“L’obbiettivo è raggiungere il 10% per determinare la non vittoria della Destra, soprattutto al Senato.”
Come si può eliminare o mitigare la marginalizzazione di Vicenza in regione?
“Ho sempre detto che questa città non ha un’amministrazione all’altezza. Lo abbiamo visto con la candidatura a capitale europea della cultura. In questi anni sono arrivate tante risorse economiche dallo Stato ma non abbiamo capito quale modello di città europea si voglia portare avanti. Vicenza è vissuta sempre come una città di passaggio ma non è meno bella di Verona o di Padova. Bisogna creare dei nuovi poli, ad esempio laboratori in cui portare grandi creativi e anche giovani talenti per avere un polo di ricerca e di studio sulla città che vogliamo nei prossimi dieci anni. Se non c’è una visione si fa solo ordinaria amministrazione. È come se a Vicenza ci fossero tutte le potenzialità e nessuno le sviluppasse e quindi, anche guardando al 2023, bisogna farsi un’idea diversa della città.”
Qualche proposta in proposito, senatrice Sbrollini?
“Proporrei la rivitalizzazione dei quartieri. Quella del centro storico non l’abbiamo vista e neanche quella dei quartieri. Non dico di tornare ai consigli di circoscrizione che non hanno più senso, ma penserei a presidi culturali, di aggregazione non solo per i giovani, a dei laboratori di idee. Non possiamo pensare solo alle sagre. Vanno rivisti anche i ruoli della Basilica e dell’Olimpico, che sono usati solo per i grandi eventi. Dobbiamo trovare il modo di far vivere la città tutto l’anno e di attrarre turismo tutto l’anno. E dire che a Vicenza ci potrebbe essere un turismo culturale, eno-gastronomico e anche religioso grazie a Monte Berico. Ci sono incentivi nazionali, dei bandi, per portare risorse a Vicenza. Si potrebbe anche affidare la regia del turismo a chi sa fare questo mestiere.”
Città che avrà dieci anni almeno di cantieri TAV.
“La TAV ci vede favorevoli perché non possiamo essere tagliati fuori. Bisogna creare le condizioni per evitare che la popolazione ne risenta troppo. Mi auguro che ci sia un piano per evitare un impatto troppo duro.”
Sbrollini candidata sindaco nel 2023?
“No, tante persone me lo hanno chiesto in questi anni. Io amo e vivo questa città (in cui è arrivata giovanissima da Latiano in provincia di Brindisi e dove ha costruito tutto il suo percorso politico, ndr) e darò una mano, presentando anche alcune idee e proposte, a Italia Viva e al terzo polo e a quello che ci sarà a livello locale dopo le elezioni nazionali e anche alle realtà civiche e alle tante persone di valore che in questi anni non sono stati messe nelle condizioni di lavorare.”