11 novembre, celebrazioni per centenario fine Prima Guerra Mondiale a Parigi: presenti 72 governanti. Della pace… o della guerra?

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Si stanno concludendo le celebrazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale (nella foto i 72 governanti presenti a Parigi l’11 novembre 2018). Una guerra che ha coinvolto tantissimi Paesi e non solo europei. Fra un paio di decenni inizieranno, a Dio piacendo, le celebrazioni del centenario della Seconda Guerra Mondiale in cui sono stati coinvolti molti più Paesi e ancora una volta quasi tutta l’Europa. Riporto da Rai News un brandello di un testo relativo alle celebrazioni di Parigi che titolava «Leader del mondo a Parigi per commemorare la fine della prima guerra mondiale. All’Arco di Trionfo 72 capi di Stato e di governo hanno ascoltato il discorso del presidente francese Macron».

Tutti noi, leader politici, dobbiamo, in questo 11 novembre 2018, riaffermare davanti ai nostri popoli la nostra reale e immensa responsabilità: quella di trasmettere ai nostri figli il mondo che le generazioni precedenti hanno sognato“, ha affermato dal presidente francese, Emmanuel Macron, durante il discorso tenuto sotto l’arco di Trionfo a Parigi. Rivolto ai 72 capi di Stato e di governo presenti, il leader dell’Eliseo, ha chiesto di “porre la pace al posto più alto di tutti“…… e ha concluso dicendo “La Francia saluta con rispetto e gravità i morti delle altre nazioni che un tempo ha combattuto“.

Non entro in merito alle vicende che generarono il primo grande conflitto e di conseguenza il secondo. E nemmeno intendo affrontare in questa sede le ragioni e i torti di tutti coloro che ebbero mano nel decidere le due guerre mondiali e pure quelle che si combatterono in alcuni Stati nell’intermezzo tra queste. Mi rifugio invece nei due brevissimi passaggi del discorso di Emmanuel Macron.

Quello che pone al più alto di tutti il livello di impegno di ogni leader del mondo per la pace e la dichiarazione con cui saluta con rispetto tutti i morti, quelli francesi, naturalmente, e quelli dei Paesi che un tempo furono i nemici. I Padri Fondatori della Europa Unita (dal sito dell’Unione Europea Konrad Adenauer, Joseph Bech, Johan Willem Beyen, Winston Churchill, Alcide De Gasperi, Walter Hallstein, Sicco Mansholt, Jean Monnet, Robert Schuman, Paul-Henri Spaak, Altiero Spinelli) sicuramente posero quale chiave di volta del sistema unitario europeo proprio la pace. Una pace che ritengo non fosse cosa facile da costruire dopo le infinite tragedie, gli orrori, i massacri, le distruzioni non solo materiali ma anche morali, che hanno caratterizzato questi conflitti e generato odi e rancori che, purtroppo, tardano ancora oggi a placarsi. Ma credo che questo debba essere l’obbiettivo di tutti se vogliamo che la pace sia una costante del futuro non solo europeo ma di tutto il mondo. Una parola “pace“, che non sia però sudditanza, da coniugare assieme ad un altro termine utilizzato proprio da Macron : “rispetto“. Un termine di enorme importanza che va inteso come “reciproco rispetto“. La pace e il reciproco rispetto non obbligano all’oblio di quanto è avvenuto, né a porre in archivio i ricordi di ognuno, quelli diretti e quelli raccolti dai racconti di altri, siano stati testimoni oppure studiosi. Nemmeno di velare pudicamente qualche particolare che possa essere ritenuto inadatto a una qualsiasi circostanza. Casomai va fatto il contrario ma il come è importante. Va contemporaneamente affidata la somma delle memorie alla Storia, e far sì che questa accompagni assieme, mano nella mano, verso il futuro le nuove generazioni. Se alimentiamo i rancori, se esasperiamo le specifiche situazioni, se ci aggrappiamo alle particolarità per trarne motivo di scontro, non aiuteremo affatto la crescita di una Europa unita e tanto meno costruiremo una autentica pace. Ma nemmeno garantiremmo la democrazia e, nella nostra realtà nazionale, nemmeno compieremmo il nostro dovere verso la Costituzione. Continuare sulla strada della contrapposizione a tutti i costi, senza accorgerci che comunque la Storia prima o poi farà chiarezza anche degli errori oltre che dei valori di ognuno, servirà esclusivamente a far crescere le difficoltà di giungere a un corretto equilibrio che consenta alla nostra società di progredire nella civiltà. La Francia in questa circostanza, a Parigi, ha ricuperato i valori della ragione e il suo messaggio va tenuto in grande considerazione.
Foto: La celebrazione a Parigi- Macron-L’Altare della Patria a Roma