Rossella Olivo, consigliere comunale ed ex-sindaco per tre mandati di Romano d’Ezzelino, si è ritrovata il 1° settembre capolista di Forza Italia nel proporzionale per la Camera (Collegio Veneto 2-Vicenza). L’Ufficio Elettorale Centrale Nazionale aveva riscontrato che nella lista degli Azzurri a livello nazionale non era stata rispettata la proporzione della rappresentanza di genere nei capilista e il partito, per sanare l’irregolarità, aveva deciso di modificare l’elenco dei propri candidati proprio a Vicenza, escludendo Marco Zocca e promuovendo al primo posto Olivo.
Come è venuta a conoscenza della novità? “Al mattino avevo preso parte nella sede regionale di FI alla presentazione di tutti i candidati veneti. Nel pomeriggio mi chiama un giornalista per chiedermi un commento sulla novità. Lì per lì non ho nemmeno capito a cosa si riferisse, mi era addirittura venuto il dubbio che mi fosse sfuggito qualcosa nella riunione del mattino. Poi mi ha chiamato il coordinatore regionale e mi ha confermato l’accaduto e per me è stata una grande sorpresa, proprio non me l’aspettavo.”
Si è emozionata? “No, sono stata molto contenta perché si apriva per me un’opportunità e, nel contempo, umanamente mi dispiaceva molto per il collega Zocca. Però non mi sono sgomentata, ero stata già candidata due volte alle politiche nel 2013 e nel 2018 e avevo fatto anche la campagna per le Regionali del 2015, in cui sono risultata la prima non eletta dopo Donazzan. Allora non c’era la regola che un assessore non poteva essere anche consigliere, sennò sarei entrata in Consiglio.”
L’avanzamento a capolista l’ha costretta a rimodulare la campagna? “Sì, completamente. Ho dovuto far fronte ad una serie di incontri e confronti a cui, prima, non avrei dovuto partecipare. Già la campagna stavolta è cortissima e, per di più, io mi son trovata ad avere a disposizione poco più di venti giorni. Sto correndo moltissimo, ma lo faccio volentieri, ci credo.”
Come capolista è necessaria una presenza diversa sul territorio. “L’esperienza l’avevo già fatta alle Regionali anche se era diverso perché in quelle la corsa era sulle preferenze, oggi invece sui voti al partito. Mi ha fatto piacere constatare in questi giorni molto consenso su di me. E non perché sono una donna, ma perché mi conoscono per i ruoli amministrativi che ho ricoperto a cominciare da quello di sindaco di Romano d’Ezzelino. So come funziona la Pubblica Amministrazione e potrei iniziare subito a lavorare in Parlamento.”
Punta molto nella sua campagna sulla concretezza. Com’è possibile conciliarla con il lavoro in aula e in commissione? “Certamente a Roma si deve operare seguendo gli indirizzi della segreteria del partito e del gruppo parlamentare ma ci sono questioni che non sono conosciute o lo sono poco che possono essere portare in primo piano.”
Parliamo allora dei problemi concreti da affrontare. “Ce ne sono tanti. Ovviamente i temi di alta politica non può essere il singolo parlamentare ad affrontarli ma può fare molto per i problemi della gente comune. Ho molta attenzione per la famiglia, ad esempio sul tema degli asili nido che nel Veneto sono in prevalenza privati e quindi esposti alle difficoltà legate a rette e posti disponibili. Un altro tema attuale è quello delle strutture per anziani e disabili. Anche qui le rette sono in aumento, si pensi che chi non gode della quota regionale deve pagare 2.600 euro al mese. Si fa presto a parlare di far crescere la famiglia, ma come si fa con la denatalità in crescita?”
Qual è il suo rapporto con le imprese? “Conosco bene soprattutto quelle del mio territorio, il bassanese. Ho un buon rapporto sia con le imprese che con le altre categorie economiche. Ci confrontiamo, conosco i loro problemi. Ce ne sono due più attuali: il costo del lavoro e la mancanza di mano d’opera, quest’ultima a causa del reddito di cittadinanza. E, da ex-sindaco, so bene quanto sia pesante la burocrazia per gli imprenditori.”
Un tema prioritario in Veneto è l’autonomia. “Sono favorevole all’autonomia e ricordo che il referendum regionale è stato proposto da Forza Italia perché quello della Lega era stato bocciato. Mi sembra strano che nella nostra regione la Meloni riscuota tanto consenso, proprio lei che prima era contraria all’autonomia e ora, pur in coalizione con Lega e FI, dice che non è fra le priorità. Capisco che piaccia perché è giovane e sa parlare ma bisognerebbe prestare attenzione ai contenuti. In tema sono favorevole alle ventisette deleghe ma la domanda è: ci saranno date?”
L’immigrazione? “Va gestita perché non si può eliminare. Ho sempre sostenuto che gli immigrati non debbano essere trattati meglio degli italiani. Non bisogna fare buonismo, piuttosto evitare certe situazioni come gli appartamenti sovraffollati o le problematiche dell’inserimento dei figli degli extracomunitari nelle classi. E aggiungo che i comuni sono lasciati soli a gestire questa emergenza.”
Berlusconi in una recente intervista ha rivendicato a Forza Italia il ruolo di vero centro politico e di equilibratore fra gli alleati di un Governo della Destra. “Ha ragione. Se Calenda avesse fatto la corsa da solo, avrebbe catalizzato i voti dei moderati, ma prima si è alleato con il Pd, poi se n’è andato perché non condivideva una coalizione con Sinistra e Verdi, infine è stato costretto a unirsi a Renzi, con cui sanno tutti che non va d’accordo. Alla fine, comunque, il terzo polo si colloca in un’area di Centro sinistra. Se i risultati delle elezioni saranno quelli previsti dai sondaggi, Forza Italia potrà governare con gli alleati garantendo alla coalizione il consenso in Europa che viene dalla nostra credibilità. Molti sono spaventati da Meloni e Salvini, dalla loro poca moderazione. Noi siamo il partito che difende certi ideali, siamo liberali.”
Gelmini e Carfagna hanno lasciato Forza Italia, da cui sono state lanciate in politica, e sono passate ad Azione. “Nel nostro partito c’è sempre stata molta considerazione per le donne. Il presidente del Senato è una di noi. Il problema della presenza e dell’importanza delle donne è comune a tutti i partiti. Mi diceva una politica di lungo corso: quando la candidata a una carica è una donna le fanno mille esami, se è un uomo, invece, nessuno discute. Noi donne siamo ancora meno valorizzate e abbiamo meno possibilità di dimostrare le nostre qualità. Anche in Forza Italia è ancora un po’ così, basti pensare che, prima della mia promozione, non c’era nessuna donna capolista in Veneto. E pensare che le sindache sono riconfermate molto più spesso degli uomini.”
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