Dl aiuti: passa deroga tetto per supermanager pubblici ma non riparto di 500 mln residui Fir ai “poveri risparmiatori”. Draghi irritato ma anche no

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Mario Draghi
Mario Draghi

"Dl Aiuti, passa la deroga al tetto di 240mila euro per i manager pubblici. Draghi irritato con il Tesoro" titola Repubblica.it che aggiunge "...Il premier (Draghi, ndr) , si apprende, non era informato della decisione del ministero dell'Economia di riscrivere - e di fatto cancellare per alcune categorie - il tetto. E non è d'accordo con chi ha riscritto il testo, tanto più in una fase così delicata per il Paese, che si appresta ad affrontare mesi complicati a causa soprattutto della crisi energetica".

"La deroga al tetto degli stipendi, tra l'altro", precisa Repubblica.it, "riguarda soltanto alcune delle figure che devono sottostare oggi alla regola: tra questi, il Capo della polizia, il comandante generale dei Carabinieri, il comandante della Guardia di Finanza, i capi dipartimento dei ministeri e il segretario generale della presidenza del Consiglio...".

Detta così la burocrazia del Mef, assecondata e "votata da una larga maggioranza in commissione", si impone per un provvedimento, forse anche giusto per le responsabilità dei ruoli ricoperti dai possibili beneficiari, ma nel frattempo non passa un altro emendamento, ma nessuno ne scrive.

Ci arrivano, infatti, conferme (qui i punti approvati, ndr) che Il MEF non ha voluto innalzare l'indennizzo (dal 30% in su) con le rimanenze di circa 500 milioni di euro del Fir (Fondo indennizzo risparmiatori per i risparmiatori (anche) soci delle banche, tra cui la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca azzerati dai loro crac, di cui avevamo scritto col titolo "Caro bollette, il governo cerca risorse dai decreti scaduti o inattuati: nessuno tocchi il FIR (Fondo Indennizzo Risparmiatori)".

Per altro l'approvazione dell'emendamento non sarebbe stata una deroga, come quella per i pochi supermanager pubblici, che potranno avere una "busta" paga superiore a 240.000 euro al di là delle leggi già approvate, ma una conferma di quanto stabilito ai commi 496 e 497 della legge 30 Dicembre 2018 n. 145 istitutiva del FIR, in cui, nero su bianco, si scriveva (e si legge tuttora) "che le percentuali di indennizzo di azionisti e obbligazionisti potranno essere incrementatequalora in ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 le somme complessivamente erogate per l’indennizzo (1.575.000 milioni, ndr) secondo il piano di riparto siano inferiori alla previsione di spesa dell’esercizio finanziario, nel pieno rispetto dei limiti di spesa, della dotazione finanziaria del FIR e fino al suo esaurimento, fermo restando quanto previsto al comma 499.”

Draghi è irritato per la deroga per i supermanager?

Super Mario, tra l'altro ex governatore di Banca d'Itala e poi capo della BCE, di sicuro sarà irritato anche per la cancellazione di un diritto, quello dei risparmiatori che avevano investito in titoli di banche, su cui Banca d'Italia, che fa capo proprio la Mef, vigilava (o avrebbe dovuto vigilare), e che attendevano che la quota residua servisse, ope legis, ad incrementare il loro parziale recupero, per altro iniziato ad arrivare molti anni dopo aver subito il danno (la truffa?).

Di sicuro Draghi sarà irritato. Oppure no?

Lo scriva qualcuno dei media che fanno il pelo (pro polemica politica elettorale?) agli emendamenti per pochi del Dl aiuti, dimenticando anche di informare su quello che interessava non pochi big ma oltre 200.000 truffati dalle banche!

E ci dicano qualcosa i politici del perché sì alla deroga da loro votata a grande maggioranza e del perché no alla ripartizione per (conferma della) legge del residuo dell'indennizzo agli oltre 200.000 truffati?

Anche a livello elettorale contano, quindi, di più pochi generali e burocrati che decine di migliaia di famiglia impoverite da tempo e ben prima di Covid e mega bollette?

P.S. Se questi politici non avessero a mente i dati e per avere una loro risposta/proposta senza far perdere tempo a cercarli a molti di loro impegnati a riconquistarsi uno dei pochi seggi disponibili in parlamento riportiamo gli ultimi dati riferitici da Pierantonio Zanettin, anche lui ricandidato al senato ma da tempo attento su più fronti, non solo personali, in una sua recente intervista a ViPiu.it:

"...Sulla base degli ultimissimi dati aggiornati al  31 agosto 2022 la Commissione tecnica ha valutato n. 144.845 domande per un controvalore di oltre 1 miliardo di euro, di cui:  i) n. 125.748 istanze afferenti al regime forfettario per un importo di 775.266.415,27 euro; ii) n. 19.097 istanze afferenti al regime ordinario per un importo di 238.125.571,19 euro... a margine, c’è da rilevare come esistano ancora oltre 500 milioni disponibili in base alla legge istitutiva del Fir, la 145. dotata di 1.575.000.000 di euro..."

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