IEG, dimissioni anticipate di Matteo Marzotto: scoperta la rappresentanza sia pur minima di Vicenza a Rimini a poco da sbarco in Borsa

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Rimini2.0 con una breve nota da comunicazione delle dimissioni di Matteo Marzotto da vicepresidente di Italian Exhibition Group: «Matteo Marzotto si è dimesso da vicepresidente esecutivo di Italian Exhibition Group (L.For. G.Pao, La Stampa). Lo si apprende da una comunicazione inviata ai dipendenti voluta dall’amministratore delegato di Ieg, Ugo Ravanelli. Le dimissioni di Marzotto erano previste da tempo ma, si apprende, erano attese solo dopo lo sbarco della società in Borsa, previsto adesso per il mese di dicembre. Non è stato possibile avere un commento da parte di Marzotto.» (nella foto  Matteo Marzotto in fase ludica col “famoso” Gianluca Vacchi e col “creativo” Lapo Elkann). 
«Da domenica ad oggi – continua il mezzo online riminese – La Stampa ha pubblicato quattro servizi su Ieg. “Nei giorni scorsi La Stampa ha dedicato una serie di articoli alle vicende di Ieg che hanno messo in luce una serie di anomalie nella gestione della società, controllata dal Comune di Rimini e partecipata dal Comune di Vicenza“, scrive ancora il quotidiano di Torino. “La società ha replicato – anche in questo caso con una comunicazione ai dipendenti e non pubblicamente – che i rilievi sottolineati da La Stampa erano “datati”. Nei giorni scorsi si è dimessa anche la responsabile dell’organismo di vigilanza interno, l’avvocato vicentino Claudia Domizia Perucca Orfei».
In queste righe vi è la dimensione più che evidente della fragile azione di partecipazione alla Ieg da parte della Fiera di Vicenza e quindi di una operazione presentata e esaltata come una grande occasione e che si sta rivelando, per i vicentini, ben poca cosa. La Ieg ha un futuro potenzialmente notevole ma Vicenza non ha più la sua Fiera. Sotto il profilo politico si potrebbe considerare questa annessione una sconfitta di coloro che l’hanno sostenuta e voluta. Achille Variati, nella doppia veste di sindaco del capoluogo e presidente della provincia, quindi detentore della maggioranza delle azioni della Fiera, l’allora presidente della CCIA, il fu direttore della Fiera Facco e l’allora presidente Marzotto, sostenuti da dichiarazioni di altri personaggi, ad esempio consiglieri comunali dell’allora maggioranza, che si dichiaravano soddisfatti di una soluzione che ora, ma fin da allora, per altri si rivela, almeno per quanto riguarda la quota vicentina, di ben scarso peso. Di questa assai modesta caratura se ne accorge ora anche Matteo Marzotto, e lo dichiara in una lettera di dimissioni che, lasciando scoperta, non si sa con quale senso di responsabilità, la rappresentanza, sia pur minima di Vicenza, anticipano, comunque, di pochi giorni o qualche settimana, la sua uscita da Ieg così come era stata definita qualche mese fa e che doveva diventare operativa il giorno dopo l’entrata in Borsa. Eppure, se non vado errato, mi pare che non mancassero importanti sensori, nella stessa Rimini, per una maggior e migliore conoscenza della situazione riminese in anticipo sulla firma dell’accordo originario. Leggo su Il Giornale di Vicenza un passaggio della lettera di dimissioni di Matteo Marzotto “Un pasticcio, cose che non mi paiono scritte sui libri di diritto e nemmeno delle buona educazione”. Una frase che sorprende: sembra che venga messa in dubbio la legittimità dell’accordo e le buone maniere di chi lo ha sottoscritto. Viene allora spontaneo domandarci perché ha accettato questo “pasticcio” e non si è dimesso immediatamente. Ma ci si chiede anche come mai una persona di grande esperienza e prestigio non si sia preoccupato al tempo delle prime trattative di una operazione, quella del 81% a 19%, che rappresentava perfettamente il poco spessore della posizione vicentina all’interno di Ieg. Al tempo lo stesso Marzotto si vantava di essere stato l’autore di questa risoluzione. Eppure era stato detto, scritto e pubblicato del timore che questo formula suscitava. Ora dichiara che se ne va perché praticamente ignorato dal socio di maggioranza, ma questo è avvenuto, ed è l’ex vice presidente di Ieg che lo dice, per il passato oltre che nella situazione attuale che è stata ampiamente illustrata da La Stampa di Torino. Una considerazione mi pare possa essere fatta. Tutto questo, compreso il tono e il tempo delle dimissioni sono un elemento di disturbo per l’operazione di ingresso in Borsa. Sono propenso a ritenere che tutto ciò, alla vigilia di questo passaggio importantissimo per Ieg, sia una coincidenza che suscita perplessità. Per il passato si è letto che vi era una preoccupazione legata alla possibilità che la Fiera di Bologna entrasse in Ieg e che questo danneggiasse la posizione vicentina. Ma questo ingresso non è avvenuto e personalmente ritengo che la Fiera di Rimini, proprio per la propria strategia di espansione verso il nord-est, non avesse affatto l’intenzione di aggregare la Fiera di Bologna. Potrebbe essere questa una delle possibili chiavi di lettura di quanto sta accadendo. Per quel che ne so mi pare che in Italia, esistano oggi nel nord due grandi fiere, Milano e Rimini., e al sud la Fiera del Levante a Bari. Quando l’attuale sindaco di Vicenza e non ancora presidente della provincia, quindi al momento detentore di circa il 33% della Holding vicentina, ha contrattato con il presidente della Ieg una linea di salvaguardia della presenza in CdA di un rappresentante vicentino, ha fatto una operazione saggia nella consapevolezza della realtà della situazione. Ora non rimane che sperare in un buon ingresso in Borsa e che altre coincidenze non vengano a pregiudicarne il risultato in negativo.