Autonomia Veneto, per Confartigianato Vicenza resta la priorità

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Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza

L’autonomia del Veneto è irrinunciabile. Questo il termine che usa il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion, per definire il tema. “È chiaro che per le nostre realtà produttive si tratta di una tra le priorità in cima alla lista delle cose da fare, e da fare con una certa celerità”, spiega il presidente.

“É comprensibile che tre crisi di Governo dal 2018 ad oggi, il Covid, l‘andamento delle materie prime, la crisi energetica e la guerra in Ucraina non abbiano lasciato margini per un esame sereno delle proposte predisposte dai tre ministri che si sono succeduti al dicastero per gli Affari Regionali e le Autonomie, ma questo non giustifica che la materia continui ad essere messa sempre in coda alle emergenze, dopo il plebiscito referendario ottenuto. E soprattutto questo non vuol dire di certo non auspicare che l’autonomia trovi realizzazione in Veneto. Solo attraverso di essa si può concretizzare un più efficace funzionamento dello Stato. É per questo che, anche per buon senso, la questione dovrebbe stare a monte e non a valle delle congiunture”, aggiunge Cavion.

“In questo momento le imprese stanno lottando per la loro sopravvivenza cercando con le proprie forze di superare la tempesta ma chiedono, da un lato, aiuti concreti in primis sui costi dell’energia – prosegue Cavion -, dall’altro responsabilizzazione nella spesa pubblica e migliore funzionamento della macchina statale.

Non solo. Serve una maggiore chiarezza nelle competenze, rispetto all’attuale abbondanza di materie concorrenti tra Stato e Regioni, e chiarezza nell’utilizzo del denaro pubblico, che troppo spesso è andato in soccorso, con provvedimenti di urgenza, proprio alle disfunzioni della macchina pubblica ad esempio di alcune grandi città italiane. Tutti aspetti, questi, che possono trovare nell’autonomia una risposta, e di conseguenza, dare risposte alle imprese e alle famiglie”.

Il presidente continua ricordando che “La mutualità tra cittadini che pagano le tasse e i territori ove risiedono non può continuare a mescolarsi con pratiche di assistenzialismo o, peggio, finanziarle. Il divario tra territori, in buona parte tra nord e sud, non è diminuito così certificando il fallimento delle misure, spesso adottate in emergenza e con pochi investimenti rispetto alla spesa corrente.

Basterebbe solamente questa considerazione per dire che l’attuale sistema di mutualità e di spesa pubblica ha fallito e che quanto prima si cambia meglio è per tutti e per il Paese. D’altra parte lo stesso concetto di sussidiarietà afferma che non faccia Roma quello che può fare una Regione o un Comune.

Così come afferma che è bene non faccia il pubblico quello che può fare il privato. La differenza sta tra il calare dall’alto provvedimenti o avere cognizione di causa del territorio in cui si vuole intervenire, un modo di operare che avrebbe anche il vantaggio di una maggiore semplificazione burocratica.

I territori – conclude Cavion -, elogiati da tutti i partiti e movimenti, e oggetto di pellegrinaggi elettorali, si difendono nella realtà pratica del dopo 25 settembre dando ai nuovi eletti competenze e responsabilità.

Misureremo il nuovo Governo ed il rinnovato Parlamento anche sotto questo profilo, non volendo abbandonare sani principi restando travolti da una quotidianità che non verrà mai meno per sua natura”.