Elezioni politiche 2022, le reazioni di +Europa e Unione Popolare del Veneto

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+europa
Emma Bonino e Luigi De Magistris

Con le elezioni che hanno ormai dato il loro esito arrivano le reazioni di alcune delle forze politiche che hanno preso parte alla competizione: +Europa e Unione Popolare. Come già scritto da queste pagine, l’affermazione del Centrodestra è stata trainata dai numeri di Fratelli d’Italia (leggi qui), mentre la Lega è impegnata ad avviare una fase di riflessione, come tratteggiato in un nostro articolo dal leader Salvini e dal presidente del Veneto, Luca Zaia.

QUI TUTTI I RISULTATI IN VENETO DELLE ELEZIONI POLITICHE 2022

+Europa – Veneto

Dopo il voto, Anna Lisa Nalin e Giorgio Pasetto di +Europa Veneto dicono: “La nostra sfida era contro i populismi, e la svendita dei diritti civili in cambio di consensi facili. Era la sfida più difficile e coraggiosa.

Il nostro segretario e il nostro presidente, Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, siederanno ancora in Parlamento: loro nelle istituzioni e noi sul territorio, continueremo a fare politica per un Paese libero, europeo, e moderno.

Ci sarà da vigilare, affinché la destra non faccia piombare l’economia in un baratro di nuovo debito pubblico, scaricandolo sui giovani, non ci allontani dalle politiche europee che rappresentano la nostra ultima possibilità di rilancio, mettendole in discussione, non ci isoli dai mercati internazionali instaurando sovranismi.

In Veneto abbiamo ottenuto un risultato incoraggiante, sempre sopra il 3% e con punte del 5%: è una affermazione importante, perché vuol dire che, nella regione più a destra d’Italia, c’è fame di libertà e diritti civili. All’uninominale di Verona, il leghista Fontana passa non certo grazie ai voti del suo partito che incassa il peggior risultato di sempre.

Per quanto riguarda il sedicente Terzo polo, varrebbe la pena ricordare le parole di Calenda, quando appena qualche giorni fa parlava di sconfitta sotto il 10% e sosteneva di essere l’argine alla destra. Con meno dell’8 dimostrano invece – come si era sempre detto – di avere regalato seggi alla Meloni. Ma Calenda diceva anche che in Veneto avrebbe incassato il 20%, perché gli imprenditori lo amano. A quanto pare non è proprio così. Italia Viva e Azione che dicevano di voler far tornare Draghi, ne hanno definitivamente reso vana l’agenda”.

Unione Popolare – Veneto

“Unione Popolare non entra in Parlamento e si prepara ad essere punto di riferimento per l’opposizione sociale che prenderà corpo al di fuori delle istituzioni, come anche l’ulteriore crescita dell’astensione lascia presagire.

Allo stesso modo dei governi precedenti, infatti, neanche quello che Giorgia Meloni sarà chiamata a formare saprà fornire le risposte adeguate all’attuale crisi sociale, economica ed ecologica, che subirà una forte accelerazione con l’aumento del 100% delle bollette previsto dal primo di ottobre.

Dal nostro canto, continueremo a portare avanti sui territori le nostre battaglie per il diritto all’abitare, il salario minimo, la scuola e la sanità pubbliche, la pace. Perché non siano gli ultimi a pagare il prezzo più alto di questa situazione.

Questo nuovo Parlamento non vede rappresentanti degli interessi popolari e spetterà al popolo farsi sentire. Noi andiamo avanti, forti del sostegno che, nonostante il poco tempo e le scarse risorse economiche e mediatiche per affrontare la campagna elettorale più liberticida della storia del Paese, hanno voluto darci 400.000 persone in tutta Italia”.