Calendario venatorio del Veneto: i cacciatori scenderanno in piazza a Venezia il 30 settembre 2022 per protestare contro la sospensione. Una delegazione dei manifestanti sarà ricevuta dalla Giunta regionale e dal Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti della Lega, per spiegare le ragioni della protesta
Alla manifestazione hanno aderito Associazione per la Cultura Rurale, Associazione Cacciatori Veneti, Confederazione delle Associazioni Venatorie Italiane e la Fondazione per la Cultura Rurale-Ets, estendo l’invito a tutte le altre sigle di settore.
Si manifesta contro la sospensione del calendario venatorio del Veneto 2022-2023 decretata con un’ordinanza del TAR del Veneto che ha parzialmente accolto una richiesta di sospensiva avanzata dagli anticaccia.
“In attesa di poter entrare nel merito del ricorso presentato dagli anticaccia nel corso di un’udienza fissata per il 30 novembre 2022 – spiegano i cacciaotri in un comunicato stampa -, il TAR del Veneto ha sospeso in via cautelare alcune parti del calendario venatorio 2022-2023 (ne abbiamo scritto qui, leggi l’articolo), sospendendo la caccia a quasi tutte le specie cacciabili fino al 30 settembre 2022 e sospendendo la possibilità, sia pure prevista dalla legge, di usufruire delle due giornate integrative per la caccia da appostamento alla selvaggina migratoria nel periodo intercorrente tra il primo di ottobre ed il 30 novembre 2022″.
La manifestazione di protesta, prevista nella mattinata del 30 settembre, è contro il governo regionale “colpevole – spiegano i cacciatori – di aver emanato un calendario venatorio dai contenuti così fragili da prestarsi a prevedibili ricorsi da parte degli anticaccia e di aver emanato il calendario venatorio Veneto il 2 agosto e cioè con colpevole ritardo rispetto al termine perentorio stabilito dalla legge statale fissato entro e non oltre il 15 giugno”.
Dura la contestazione: “È inammissibile – dicono ancora le associazioni della caccia – che la Giunta regionale del Veneto si comporti in spregio alla legge statale ed in spregio ai diritti dei cacciatori che, dopo aver pagato per intero le onerose tasse di concessione governativa e regionale, alle quali si vanno a sommare le quote di iscrizione agli Ambiti Territoriali di Caccia ed ai Comprensori Alpini, si vedono decurtare e bloccare le possibilità previste dal calendario venatorio regionale.
I cacciatori del Veneto chiedono alla Giunta regionale di correggere gli errori commessi e di emanare una nuova delibera che ripristini il diritto dei cacciatori di usufruire delle possibilità previste dalla legge nazionale, tra cui il ripristino delle due giornate integrative per la caccia da appostamento alla selvaggina migratoria nel periodo intercorrente tra il primo di ottobre ed il 30 novembre”, concludono.