Alla L.E.G.O. spa della Holding Olivotto spa 11 indagati per truffa aggravata a danno dello stato: GdF Vicenza sequestra a dirigenti e società beni per oltre mezzo milione di euro

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11 indagati per truffa aggravata ai danni dello stato per beneficiare della cassa integrazione guadagni straordinaria tramite fittizi trasferimenti, demansionamenti e prepensionamenti. Disposto il sequestro di beni per oltre mezzo milione di euro a dirigenti della società per azioni operante nell’editoria e alla stessa società (è la L.E.G.O. spa della Holding Olivotto spa).

Negli scorsi giorni i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza, nell’ambito dell’operazione denominata “Buen retiro“, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per equivalente emesso dal G.I.P. presso Tribunale di Vicenza, sottoponendo a vincolo reale numerose disponibilità finanziarie, un’autovettura ed un immobile. 


Nello specifico, le articolate indagini, eseguite dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Vicenza congiuntamente all’INPS e coordinate dalla Procura della Repubblica di Vicenza, sono state avviate alcuni mesi fa, quando i funzionari hanno rilevato la condotta fraudolenta di una nota società per azioni insistente nel vicentino e nel trentino, attiva nel settore della legatoria industriale.

L’accertamento ispettivo ha riguardato il prepensionamento di 11 lavoratori, due dirigenti e nove operai, per i quali l’azienda ha inteso sfruttare indebitamente le disposizioni della Legge n. 62/2001; la norma riconosce il diritto al prepensionamento per i lavoratori del settore editoria – poligrafico con requisiti ridotti rispetto ai lavoratori di altri settori, in presenza del trattamento di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS).

La società tra il 2014 e il 2015, con il consenso dei dipendenti, aveva provveduto a “demansionare” formalmente due dirigenti al solo fine di inserirli nel novero dei lavoratori interessati dall’ammortizzatore sociale, pur mantenendo le medesime mansioni e retribuzioni; aveva, inoltre, inscenato il trasferimento del tutto ingiustificato e, in taluni casi, fittizio, di uno dei due responsabili e di altri 9 dipendenti dallo stabilimento sito in Lavis (TN) a quelli di Vicenza e Marano Vicentino (VI), in sofferenza e già coinvolti in procedure di C.I.G.S.

La società vicentina, dunque, da un lato ha usufruito del trattamento C.I.G.S. per lavoratori di fatto impiegati in altri stabilimenti non interessati dalla crisi, e dall’altro ha evitato, tramite l’abuso della L. 62/2001, le più onerose procedure di licenziamento o di incentivo all’esodo, favorendo al personale indebite e anticipate percezioni del trattamento pensionistico.
L’amministratore dell’impresa e tutti gli undici dipendenti che hanno usufruito, a vario titolo ed illecitamente, dei trattamenti previdenziali, sono indagati per il delitto di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis del codice penale).
Nei confronti della società di capitali e dei due dirigenti, in virtù dell’ingente profitto illecito accumulato, è stato inoltre disposto il sequestro preventivo per equivalente, che ha permesso di sottoporre a vincolo reale 7 conti correnti, un fondo di investimento irlandese, un prodotto assicurativo, una Jeep Cherokee ed una villetta (nella foto) ubicata nel comune di Sanzeno (TN), nella disponibilità di uno dei due dirigenti, per un valore complessivo di ? 529.367,85.
Inoltre, essendo la truffa aggravata reato presupposto per la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (art. 24, D.Lgs. 231/2001), la società per azioni è stata deferita al Giudice penale per le valutazioni circa l’irrogazione di sanzioni accessorie.
L’operazione di polizia giudiziaria delle Fiamme Gialle della Tenenza di Schio, eseguita a seguito di ispezione dell’I.T.L. di Vicenza, si è sviluppata secondo il dispositivo operativo del Corpo nell’ambito del contrasto alle frodi in danno del bilancio nazionale e degli enti previdenziali, facendo leva sulle peculiari funzioni di polizia economico-finanziaria, con il conseguente sequestro preventivo del patrimonio finalizzato alla confisca, che è obbligatoria nel caso in cui il procedimento penale si concluda con la condanna degli indagati.