L’aumento dei prezzi dell’energia e quali soluzioni potrebbero essere applicate. Se ne è discusso di recente a Praga, in occasione dell’incontro inaugurale della Comunità politica europea voluto soprattutto da Emmanuel Macron, tra i leader dei principali Paesi dell’Unione.
Nella due giorni due Paesi hanno sorpreso più di altri e per ragioni diverse: da una parte il Regno Unito, per cui la partecipazione della neo primo ministro Liz Truss è stata vista come un’apertura alla collaborazione con l’Unione europea dal momento che ci sono alcuni passaggi della Brexit ancora delicati e tutti da chiarire e perché si è parlato anche di sicurezza e migrazione, che sono importanti per il Paese.
Dall’altra parte c’è la Germania, aspramente criticata, invece, per aver presentato un piano da 200 miliardi di dollari per proteggere i suoi cittadini e le sue aziende dal rincaro dei prezzi dell’energia, intervento che, secondo i più, avrebbe dovuto essere coordinato con gli altri Stati e a livello europeo e che rischia di peggiorare l’inflazione, esacerbare il divario tra ricchi e poveri in Europa e avvantaggiare le aziende tedesche.
La Germania ha difeso le sue misure come eque e proporzionate, opponendosi alle proposte di massimali di prezzo a livello dell’UE sul gas o di prestiti congiunti. Se c’è un Paese da incolpare, hanno suggerito i politici tedeschi, è la Francia, le cui centrali nucleari in crisi hanno aggiunto pressione alla rete energetica europea.
Intanto, mentre l’Unione europea sta rafforzando le proprie risorse per far fronte all’inverno, si parla anche della possibilità per gli Stati di pensare a un sistema di blackout programmati che consenta di risparmiare, dove e quando possibile, ulteriore energia.
Fonte: The Vision