Un ritorno, ma in veste inedita, per l’ultimo titolo del 75° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico, edizione 2022 “Domani nella battaglia pensa a me”, direzione artistica di Giancarlo Marinelli: è “Assassinio nella Cattedrale a Vicenza. Oratorio per Cacciafronte” un reading teatrale inserito nella sezione Off del Ciclo Classici, condotto da Antonio Stefani, giornalista e memoria del teatro vicentino e non solo, autore della ricostruzione storica, un evento teatrale a cui parteciperanno alcuni giovani attori di Tema Cultura Academy (Sebastiano Maselli, Leo Coppetta, Marco Menoncello, Federico Delia, Matteo Rossetto) già applauditi all’Olimpico per il “Romeo e Giulietta” diretto da Giovanna Cordova, accompagnati dalla flautista Elisabetta Ghedin; il reading è in programma domenica 16 ottobre alle 15.30 e alle 18.30 nella suggestiva sede di Palazzo Thiene, nei sotterranei.
Nato a Cremona nel 1125, divenuto monaco, il vescovo-conte Giovanni Cacciafronte sostenne strenuamente la fedeltà al Papato e per questo fu esiliato dall’imperatore; nel 1179 fu inviato a Vicenza dove venne ucciso da un feudatario scomunicato per aver abusato dei beni messigli a disposizione dalla Chiesa. E anche qui, come nel dramma di T.S.Eliot, il testo e la sua resa drammaturgica diventano l’occasione per affrontare quello che è il tema di fondo che ha guidato il protagonista, fino al tragico epilogo: la fede intesa come “testimonianza di vita”. Come nel dramma “gemello” di T.S. Eliot, “Assassinio nella cattedrale”, ispirato alle vicende del vescovo Thomas Becket e proposto in apertura del Ciclo dei Classici, il tema che guiderà la drammaturgia di Stefani sarà quello della fede intesa come testimonianza di vita.
A fare da guida, le vicende di Giovanni de Surdis Cacciafronte, nato a Cremona intorno al 1125, ed entrato giovanissimo nell’ordine di San Benedetto. Schieratosi con papa Alessandro III nel corso delle lotte di quest’ultimo con l’imperatore Federico Barbarossa, Cacciafronte finì espulso dalla propria città natale. Il pontefice, tuttavia, ne premiò la fedeltà, chiamandolo a reggere prima la diocesi di Mantova e dal 1179 quella di Vicenza. Qui, Cacciafronte si distinse nella riorganizzazione del patrimonio ecclesiastico e per l’attività pastorale. Lottò per la libertà della chiesa locale che i signorotti della città cercavano in tutti i modi di spogliare e, pur cercando di ripristinare il potere vescovile, rimase fedele a uno stile di vita monacale. Lo si evince anche dagli atti del processo di canonizzazione, avviato pochi anni dopo la sua scomparsa, nei quali si può leggere che il religioso “prediligeva e nutriva i poveri facendo loro distribuire in tempo di carestia il raccolto delle terre vescovili, vestendoli con panni acquistati a sue spese, onorandoli con la lavanda dei piedi”. Non solo: volle ravvivare nei fedeli il culto dei santi Felice e Fortunato e, per rendere loro più agevole il percorso fino alla basilica, fece lastricare a proprie spese la strada che la univa alla città.
Cacciafronte visse all’epoca delle lotte tra guelfi e ghibellini e quando nel 1180 questa fazione che prevaleva in città fu sconfitta ed esiliata, maturarono i propositi di vendetta, tra i quali l’uccisione a tradimento del vescovo, nella primavera del 1184.
Figura molto amata dai vicentini e morto da martire, Giovanni De Surdis fu ben presto considerato santo “di fatto” divenendo destinatario di preghiere che chiedevano la sua intercessione. Per questo, nel 1222 il suo successore alla cattedra vescovile, Zilberto si rivolse al papa chiedendone la canonizzazione. Questa, pur avviata, non arrivò a compimento e si dovette attendere il 1824 per vedere Cacciafronte beatificato dal papa Leone XII, e il 16 marzo, anniversario dell’uccisione, elevato a festa liturgica.
Da queste vicende, complesse, affascinanti e straordinariamente simili a quelle di Thomas Becket narrate in forma scenica da Eliot, Antonio Stefani ha distillato un racconto che da una “microstoria” ambientata a Vicenza, sviluppa elementi universali legati alla grande storia e che, come nel dramma del poeta e drammaturgo Premio Nobel, è legata al rapporto, a volte conflittuale, tra dovere giuridico e dovere morale.
La 75a edizione dei Classici al Teatro Olimpico è promossa dal Comune di Vicenza, Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, l’Accademia Olimpica e la Biblioteca Civica Bertoliana; è realizzata con il sostegno della Regione del Veneto, il main partner D-Air Lab, il partner LD72, gli sponsor Gruppo AGSM AIM SpA, Banca delle Terre Venete Credito Cooperativo, i sostenitori Burgo Group e Trivellato Mercedes Benz; si avvale delle collaborazioni di Arteven Circuito Regionale Multidisciplinare, del Teatro Quirino di Roma, di Enfi Teatro, del Teatro Ghione di Roma, di Savà Produzioni Creative e Tema Cultura.
Sedi dello spettacolo
Sotterranei di Palazzo Thiene – contra’ S. Gaetano Thiene, 11
Informazioni e vendita biglietti
I biglietti sono in vendita online su www.classiciolimpicovicenza.it e alla biglietteria del Teatro Comunale di Vicenza (Viale Mazzini 39 – tel. 0444 324442), appuntamento obbligatorio, per le aperture controllare su www.tcvi.it
Al Teatro Olimpico e nelle altre sedi degli spettacoli la biglietteria sarà aperta un’ora prima dell’inizio degli spettacoli.
Per Assassinio nella Cattedrale di Vicenza, Oratorio per Cacciafronte è previsto un biglietto unico a 5 euro.