Arman, con due associazioni di don Torta, e Ugone prima applaudono Salvini e Villarosa al Mef poi li bocciano: se Lega e M5S mollano, i soci BPVi, Veneto Banca & c. sanno perchè…

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Pubblichiamo di seguito, per la nostra ben nota apertura alla diffusione dell’informazione, la nota di bocciatura delle soluzioni trovate e condivise solo martedì scorso al Mef (noi eravamo presenti) ma già “rinnegate” (fecero altrettanto il 4 ottobre urlando alla vittoria salvo poi bocciare Lega e M5S) firmata da Andrea Arman, presidente del Coordinamento di don Enrico Torta, che non avendo associati ma coordinando altre associazioni ne specifica, finalmente “correttamente”, le uniche due rimaste a confortare le dichiarazioni dell’uomo nonché ex candidato non eletto del M5S in cui “crede”, sulla terra, il prete di Dese .


Agli Azionisti Associati Banca Popolare di Vicenza (a firma della vice presidente Caterina Baratto) e il Centro Primo Soccorso Risparmiatori (a firma del presidente presidente Aldo Walter Baseggio), le due associazioni del Coordinamento, si aggiunge nella nota anche Luigi Ugone, presidente di Noi che credevamo nella BPVi se crediamo a quanto scrive Arman, la cui credibilità, però, appare altalenante almeno come le sue mutevoli esternazioni. 

Lui e Ugone, ve lo diciamo per la stessa trasparenza per la quale poi leggerete cosa pensano loro diversamente da noi perché voi lo condividiate o meno, stanno, da tempo, giocando, cosa evidente anche agli australopitechi, sulla pelle dei soci vittime delle banche venete facendo finta, Ugone, di protestare quando Luigi Di Maio riceve Arman (deve riceverlo, gli ha detto davanti a tutti, Arman compreso, Alessio Villarosa, perché “vuole ascoltare tutti”) e l’avvocato della Marca con vari incidenti di percorso fingendo di preferire Di Maio quando, su invito dell’ex credente che lo dice festoso a tutti, entra in sala Matteo Salvini, osannato come “il capitano” neanche si fosse allo stadio.

Ma proprio il leader della Lega, pur dichiarandosi pronto a spingere i provvedimenti in approvazione come un rugbista in percussione contro gli eventuali niet dell’Europa (anche se non servirà perché i fondi dormienti non contribuiscono al rapporto deficit-pil contestato dalla Ue e se, come ricorda Villarosa, la struttura sarà quella studiata e inattaccabile tecnicamente, ma, si sa, Salvini in comunicazione è più forte di tutti gli All Blacks messi insieme…), proprio “il capitano”, dicevamo, richiama tutti alla responsabilità perché “senza un accordo tra le associazioni e i legali più rappresentativi” il governo poco potrà fare per i risparmiatori vittime di Banca Popolare di Vicenza, di Veneto Banca e delle quattro banche risolte, oltre che delle altre quattro piccole Bcc che sono state messe in Lca nello stesso periodo delle due venete ma che l’uomo di Chiesa Arman reputa da escludere forse perché figlie di un Dio minore, vero don Torta?

Ebbene, ecco la nota di chi ogni volta che ci si avvicina alla meta, a cui pure dice di aver contribuito (ma Arman non ha detto ai suoi che era stato giorni con i tecnici di Di Maio per la soluzione che ora boccia?), alza l’asticella.

Ora che Lega e M5S, promesse del capitano e pazienza di Villarosa incluse, potrebbero stancarsi di essere continuamente sfanculate (scusateci per l’inglesismo) dai loro due supporter a corrente alternata, sta, ovviamente, a ognuno di voi, soci azzerati (noi non siamo né soci, né avvocati, né presidenti di associazioni ma solo i primi giornalisti che vi hanno messo in guardia contro i crac in arrivo fin dal 2010) la scelta se essere come l’accecato Sansone che preferì morire con tutti i filistei o aprire gli occhi prima di doverli usare definitivamente solo per piangere provvedimenti ancora una volta da rinviare al giorno del mai o anche solo a quando quei fondi potrebbero essere utilizzati anche per sopravvenienti nuove emergenze (Banca Popolare di Bari, Carige, …) o presi in maniera così irresponsabile da poter, quelli sì, essere azzerati da leggi italiane o infrazioni europee.

Villarosa,  ha detto a  tutti i presenti: “possiamo scrivere tutto quello che volete ma ve ne prendete voi la responsabilità del rischio?”.

Leggete e rispondete 

 

Le sottoscritte associazioni di risparmiatori ribadiscono che l’art. 38 (proposta di legge per l’istituzione di un Fondo a favore dei risparmiatori) così come presentata dal Governo è non condivisibile in quanto si sviluppa sullo schema della precedente legge 205/17 ( Baretta). La norma, la 205/17 ed anche la proposta di cui all’art. 38 si incardina sul misselling (imbroglio – frode – violazione di legge commessa dalla banca in fase di compravendita dei titoli) quale condizione legittimante il diritto al ristoro. L’errore della proposta di legge è quello di richiedere l’accertamento di un illecito commesso dal privato “banca” per legittimare l’intervento di Stato che paga parte del danno che il privato ha causato.

Siffatta impostazione, oltre ad essere scorretta sul piano logico giuridico ed in contrasto con il Contratto di Governo stipulato fra Movimento 5 Stelle e Lega, crea enormi difficoltà applicative escludendo molti risparmiatori appartenenti alla categoria dei cosiddetti soci storici ed anche a coloro che hanno acquistato non direttamente dalle banche messe in L.C.A. o risoluzione. Inoltre, la previsione di affidare all’Arbitro Controversie Finanziarie (ACF), che è un organo della CONSOB, l’accertamento della violazione subita, appare oltremodo inopportuna sotto tutti i punti di vista.

Eventuali emendamenti alla proposta di legge volti ad allargare la tipologia di violazione commessa dalle banche o semplificare le procedure di arbitrato non risolvono, bensì complicano oltre misura e pazienza la questione.

Le sottoscritte associazioni, condividendo l’opinione espressa dall’associazione di risparmiatori “Noi che credevamo nella banca popolare di Vicenza” , insistono affinché la legge a favore dei risparmiatori abbandoni il concetto di misselling come criterio di ristoro affidando l’accertamento delle condizioni del diritto ad una agile e poco costosa struttura tecnica del Ministero dell’Economia e Finanze.

Chiedono che finalmente si riconosca a tutti i risparmiatori un indennizzo per l’esproprio del risparmio subito. Esproprio reso possibile anche dalle carenze delle istituzioni preposte che non hanno saputo tutelare il risparmio e disciplinare, coordinare e controllare l’esercizio del credito secondo il dettato costituzionale.

Si rammenta ancora una volta che le risultanze della Commissione Parlamentare di Inchiesta e della Commissione di Inchiesta della Regione Veneto, ben documentano le carenze che hanno determinato, assieme alla mala gestio delle banche il fallimento delle stesse e che, dunque, legittimano un indennizzo a favore di tutti risparmiatori.

Coordinamento Associazioni banche Popolari Venete “don Enrico Torta

Il presidente Andrea Arman

Azionisti Associati Banca Popolare di Vicenza

Il Vice Presidente Caterina Baratto

Centro Primo Soccorso Risparmiatori

Il presidente Aldo Walter Baseggio