A volte bisogna saper ascoltare quello che non viene detto. E per le vittime di Banca Popolare di Vicenza, di Veneto Banca, delle quattro banche risolte e, forse, delle altre quattro piccole popolari o crediti cooperativi messi in Lca insieme alle venete quanto non detto dal senatore pentastellato Gianluigi Paragone in un video da lui postato su Fb e qui da noi riproposto significa che bisognerà aspettare il passaggio in Senato per le modalità di erogazione del miliardo e mezzo, forse anche due e mezzo, che i 5 Stelle in primis hanno promesso alle vittime di quelle banche (sarà un fatto storico, quando si realizzerà, che vengano ristorati risparmiatori azionisti e per giunta di banche…).
Quello che non dice Paragone (che poi sono le questioni aperte, cioè quale sarà il valore unitario del ristoro per azione, quale sarà, se ci sarà, il tetto, per lo meno iniziale, dell’importo del, forse, acconto del 30% sul dovuto e fissato da una qualche decisione) è chiaro da quello che dice Paragone: “Nessuno scudo per Consob e Bankitalia e nessun passaggio dall’arbitro Consob per vedersi riconoscere i risarcimenti. Sul tema dei risparmiatori truffati noi le promesse le manteniamo, grazie al lavoro del nostro vicepremier Luigi Di Maio e del nostro sottosegretario all’economia Alessio Villarosa“.
Se Pierantonio Zanettin dovrà trasformare in odg il suo emendamento per azzerare il patto quota lite, anche da noi auspicato per ridurre i costi legali, bene, però, per le conferme date alle speranze dei risparmiatori ma le speranze devono aspettare la conferma dell’ufficialità fino a quando l’articolo 38 del capo III della legge di bilancio, consistente evoluzione dell’impalcatura della legge 205 approvata il 27 dicembre del 2017, non arriverà al Senato dopo che, salvo l’importante cancellazione dell’impossibilità di far causa, alla Camera arriverà così come era stato preannunciato.
E per averne conferma questa volta basta leggere quello che ha scritto l’Ansa: se il ministro dei rapporti col parlamento Riccardo Fraccaro (M5S) conferma che nella legge di bilancio è stato inserito un emendamento che consentirà ai cittadini truffati di fare causa agli istituti di credito anche se otterranno il risarcimento sarà in Senato che il M5S manterrà a pieno le sue promesse presentando “le altre norme per una riforma organica della questione, dando risposta alle istanze dei cittadini vittime delle banche e delle commistioni malsane con la politica“.
Perché allora i due esponenti di governo hanno esternato oggi quello che appare un rinvio?
Semplice, secondo noi, perché se Alessio Villarosa sta lavorando da tempo per le vittime di BPVi, Veneto Banca & c., beccandosi anche le frecciate, questa volta, fuori mira delle Iene, ma Matteo Salvini si era presa la ribalta in occasione dell’incontro al Mef del 27 novembre, a cui aveva presenziato da… “capitano” per 5 minuti, grazie al rumore mediatico della minoranza delle associazioni che sta rendendo difficile la finalizzazione del fondo, oggi il video di Paragone, non a caso un giornalista televisivo, e le dichiarazioni all’Ansa di Fraccaro, non a caso il ministro dei rapporti col Parlamento, hanno per lo meno rimesso al centro della scena e delle attenzioni dei risparmiatori chi su quel fondo si è giocata buona parte della sua credibilità: il M5S e Villarosa.