Prostituzione a Vicenza, controlli della Questura per monitorare il fenomeno. Sartori: “Soprattutto prevenire violenza e sfruttamento delle donne”

1314
prostitutzione a vicenza

Una operazione della polizia sulla prostituzione a Vicenza è stata svolta e portata a termine nelle scorse ore.

“Il fenomeno della prostituzione, a Vicenza come ovunque, e tutto il contesto sociale che ad esso è correlato necessitano di una costante attività di prevenzione e di controllo da parte delle autorità di Polizia – ha tenuto a precisare il Questore di Vicenza, Paolo Sartori, al termine dell’operazione –.

E questo non solo allo scopo di tener monitorato il fenomeno in sé in quanto a dimensioni ed a cointeressenze, ma anche e soprattutto per evitare che, a margine dello stesso, le giovani donne che a tali attività hanno deciso liberamente di dedicarsi non divengano vittime di atti di violenza, di minacce e di intollerabile sfruttamento”.

La stessa questura di Vicenza ricorda come la prostituzione non è considerata illegale in Italia. L’operazione di ieri è stata svolta in particolare nei quartieri attraversati dalla strada Padana Superiore in direzione Verona: viale Torino, via Urbano Rattazzi, Via Legione Antonini, Via Allende, Viale Francesco Crispi per giungere poi sino in zona industriale passando da Viale Sant’Agostino.

Complessivamente sono stati controllati 25 veicoli e 51 persone di cui 15 conosciute dalle forze dell’ordine come giovani ragazze dedite alla prostituzione. “10 di queste persone, peraltro, alcune delle quali clienti delle giovani – precisa la questura -, avevano a proprio carico precedenti penali per reati di varia natura e gravità, quali rapina, furto, violazione del foglio di via del questore, atti osceni in luogo pubblico, violazioni della normativa sull’immigrazione e lesioni personali.

In particolare – aggiungono poi dagli uffici di Viale Mazzini -, 2 giovani donne sono state accompagnate negli uffici della Questura per una loro più precisa identificazione e sottoposte ai rilievi fotodattiloscopici poiché, dalla consultazione della Banca Dati Schengen, a carico delle stesse risultava una segnalazione di ricerca e rintraccio per fatti accaduti all’estero”.