Vittime di lavoro in Veneto: 74 decessi nei primi 9 mesi del 2022, Belluno, Rovigo e Verona in zona rossa

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vittime lavoro veneto province 09 2022

Ancora rilevazioni tragiche alla voce vittime del lavoro in Veneto. È quanto emerge dalla mappatura dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre. Tuttavia, la regione rimane anche nel mese di settembre nella meno allarmante zona gialla, quella in cui l’incidenza di mortalità risulta essere meno elevata rispetto alla media nazionale.

“Nel periodo da gennaio a settembre 2022, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, in Veneto la situazione rimane purtroppo pressoché invariata. Il numero di vittime è passato da 75 a 74. Solo un dato può confortare la regione ovvero l’incidenza di mortalità inferiore rispetto alla media nazionale – spiega Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre –.

Rimane comunque rilevante in regione il fenomeno infortunistico. Soprattutto considerando che da questi numeri, rispetto al 2021, sono quasi completamente spariti gli infortuni mortali per Covid. Teniamo a sottolineare ancora una volta questo aspetto dell’indagine perché porta ad una conclusione molto preoccupante: gli incidenti mortali accaduti nel 2022, esclusi i casi Covid, sono aumentati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”.

Una riflessione che è come sempre un appello alla maggior diffusione della cultura della sicurezza sul lavoro e che prende più forza proprio in questa che è la Settimana europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, organizzata da EU-OSHA (ovvero l’agenzia d’informazione dell’Unione europea nel campo della sicurezza e della salute sul lavoro).

Intanto i numeri non lasciano dubbi e, ancora meno, ne lasciano i dati sull’incidenza della mortalità. L’Osservatorio mestrino ha ideato ed elaborato la mappatura del rischio di morte sul lavoro, dividendo l’Italia a colori alla stregua della mappatura utilizzata durante l’emergenza pandemica.

La zona gialla, quella in cui è entrato il Veneto, è la fascia che – dopo la bianca – raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro inferiore alla media nazionale. Da gennaio a settembre 2022, infatti, il Veneto ha un’incidenza infortunistica di 25,0, inferiore al valore medio nazionale pari a 25,5 morti sul lavoro ogni 1.000.000 di occupati.

A fine settembre 2022, tre le province venete che si trovano in zona rossa: Belluno, Rovigo e Verona. Ed è Belluno la provincia veneta in cui i lavoratori rischiano di più (indice di mortalità pari a 46,6 infortuni mortali ogni 1.000.000 di lavoratori, contro una media regionale di 25,0 e nazionale di 25,5). Seguono: Rovigo (43,1), Verona (34,7), Venezia (25,9) Vicenza (24,0), Padova (20,8) e Treviso (10,2) unica in zona bianca.

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Guardando i numeri assoluti, sono 74 le vittime sul lavoro rilevate da gennaio a settembre 2022 in Veneto: 52 hanno perso la vita “in occasione di lavoro” e 22 “in itinere”, cioè nel percorso da casa alla sede di lavoro. Lo scorso anno a fine settembre erano 75 in totale.

Le variazioni sono dunque sconfortanti – una vittima in meno dal 2021 al 2022 – e continuano a raccontare un dramma che non conosce fine in Veneto. Tant’è che la regione è al terzo posto nella graduatoria nazionale dopo Lombardia (93), Lazio (53). (Sono 574 i decessi verificatisi in occasione di lavoro in tutto il Paese).

Per quanto riguarda il numero dei decessi in occasione di lavoro nei primi nove mesi del 2022 sono 52 e vengono rilevati in provincia di: Verona (14), Vicenza e Venezia (9), Padova (8), Rovigo, Belluno e Treviso (4).

Nei primi nove mesi dell’anno crescono del +29,3% le denunce di infortunio totali: erano 49.861 a fine settembre 2021, sono 64.517 nel 2022. Quello delle Attività manifatturiere è il settore più colpito, seguito da Sanità, Trasporti e Costruzioni.

Alla provincia di Treviso la maglia nera in regione per il più elevato numero di denunce totali di infortunio: 12.496. Seguono: Vicenza (12.373), Verona (12.250), Venezia (11.825), Padova (10.817), Belluno (2.513) e Rovigo (2.243).

Infine, sono 25.678 le denunce delle donne lavoratrici e 38.839 quelle degli uomini.