Per Meritocrazia Italia, il Congresso nazionale rappresenta la tappa importante di un percorso fatto di impegno quotidiano e sacrificio. È il momento in cui ci si ferma a riflettere su quanto costruito nell’ultimo anno, si fa sintesi delle idee e si definiscono le linee programmatiche per il futuro prossimo. È il momento in cui si fa mostra di tutto la propria ambizione e della grande energia che un gruppo di appassionati può produrre unendo le forze.
Il larghissimo riscontro registrato, le decine di migliaia di visualizzazioni, la forte copertura mediatica di un evento organizzato da gente comune, orgogliosa di restare gente comune e senza desiderio di evidenza personale, confermano il valore della missione, che merita seguito e che è possibile soltanto con la partecipazione di tutti.
Anche in questa occasione, i dirigenti hanno condiviso il palco con rappresentanti della classe politica e delle Istituzioni e con professionisti d’ambiti diversi, e si sono fatti portavoce di una concezione nuova di Merito. Lo hanno fatto con una competenza che trova radici nella passione e nella voglia di mettere in condivisione le idee, senza ostentazione di curriculum. Nessuno ha parlato di sé e delle proprie esperienze, per dimostrare che a chiunque, ma davvero a chiunque, spetta la possibilità di prendere la scena e mettere a disposizione della comunità il proprio talento e le proprie abilità, qualunque esse siano.
L’ideologia del Merito è ingannevole, perché risente ancora dell’accezione negativa impressa dal pensiero di Young. Si spiegano, quindi, le polemiche con le quali è stata accolta l’istituzione dell’inedito Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ma dare risalto al Merito, oggi, è essenziale. È essenziale consentire a tutti di rendersi competitivi nell’ambito nel quale ciascuno sente di volersi rendere competitivo. È essenziale consentire a tutti di accedere a percorsi formativi volti a dare supporto nella scoperta delle proprie aspirazioni e delle proprie qualità, e ad allenare le proprie abilità.
Non merita di più chi ha potuto permettersi di frequentare la scuola più prestigiosa. Il Merito, quello vero, non è strumento d’affermazione delle élite, ma mezzo di realizzazione dell’equità sociale, di giusta redistribuzione delle opportunità. Con attenzione per tutte le categorie lavorative e soprattutto per le fasce sociali a maggiore debolezza, per chi non ha reddito e non trova l’adeguata collocazione lavorativa.
Sulle utilità e sul funzionamento del meccanismo del reddito di cittadinanza, ad esempio, tanto è stato detto. Alcuni enti locali lamentano i costi che comporterebbe, per amministrazioni già in affanno, la riallocazione dei percettori su lavori utili per la collettività, in termini di compenso, formazione e sicurezza. La prospettiva va rovesciata. Si guardi, piuttosto, alle utilità che le attività svolte dai percettori porterebbero al tessuto sociale. Miglioramento del decoro urbano, pulizie delle strade, cura di tanti servizi pubblici portano risparmio, e rendono proficuo l’investimento.
Meritocrazia Italia si è dotata di una Scuola di formazione politica proprio per questo, per dare un supporto alla costruzione delle competenze di chi ambisce a candidarsi come funzionario di enti pubblici, consigliere comunale, sindaco, che siano in grado di onorare al meglio i doveri istituzionali e di solidarietà sociale. La Scuola Crea è aperta a tutti coloro che vogliano accreditarsi come veri promotori del Merito e dell’equità sociale.
Lo insegnava Papa Wojtyla, che essere davvero liberi vuol dire scegliere di vivere la propria vita come missione, dandosi all’altro. Confondere la libertà con i soli diritti porta a svilire il senso dell’esistenza. È l’egoismo che conduce alla dimenticanza dei doveri.
Il quarto Congresso nazionale è stato un’occasione in più per far valere queste convinzioni.
Il palco è stato affidato agli ospiti, catturati dalla bellezza del confronto libero e onesto. Io ho scelto di portare la voce di Meritocrazia dalla platea, dalla parte dei cittadini, di quelli mossi dal desiderio di fare la propria parte, di collaborare con le Istituzioni, lealmente, memori che la libertà è anche sacrificio, e responsabilità
Noi siamo quelli che la gente dovrebbe scegliere per occupare le Istituzioni. Facciamo ciò che diciamo. Con umiltà e garbo. Sempre dalla parte del Popolo.