Il genio di Andrea Palladio non avrebbe potuto trovare concretezza in palazzi e ville se nella Vicenza del XVI secolo non ci fosse stata una committenza composta da nobili che avevano accresciuto la propria ricchezza esercitando personalmente o finanziando la proto industria locale che, nel settore tessile, aveva raggiunto dimensioni e mercati internazionali.
L’architettura industriale nel Veneto del Rinascimento è il tema della mostra “Acqua, terra, fuoco” presentata oggi nel Palladio Museum di Palazzo Barbaran Da Porto, opera dell’archistar datata fra il 1570 e il 1575, e che sarà aperta al pubblico dal 12 novembre 2022 al 12 marzo 2023.
Ideata e prodotta dal Centro Internazionale di studi di architettura Andrea Palladio, presieduto da Lino Dainese, con il patrocinio del Ministero della Cultura, la mostra ha come curatrice Deborah Howard, docente dell’Università di Cambridge e la più importante studiosa al mondo di architettura veneziana del Rinascimento.
Come ha ricordato il sindaco di Vicenza Francesco Rucco, l’esposizione ha collegamenti tematici sia al dossier con cui la città ha concorso alla edizione di “Capitale italiana della cultura” del 2024 sia alla mostra “La fabbrica del Rinascimento” che è stata ospitata da dicembre 2021 a maggio di quest’anno nella Basilica Palladiana. Tema comune, infatti, è il rapporto del capoluogo e del suo territorio con l’impresa non solo nella sua accezione manifatturiera ma anche sotto il profilo di produttrice di cultura.
La lana e la seta sono stati i due prodotti che hanno regalato successo, ricchezza e benessere ai vicentini fra il Quattrocento e il Cinquecento, dando lavoro e sviluppo alla intera filiera produttiva che partiva dall’allevamento degli animali e si concludeva del tessitura estendendosi poi al commercio. Ne beneficiarono tutte le classi sociali, in città e in campagna e nei centri principali del territorio, in cui si insediarono opifici che, per le macchine tessili, sfruttavano la forza motrice della rete dei fiumi e dei torrenti, numerosi soprattutto nell’alto vicentino.
“La mostra – spiega Guido Beltramini, direttore del Cisa – è frutto di tre anni di ricerche in musei, archivi, biblioteche e sul campo. Mette in evidenza ciò che sino a oggi era rimasto dietro le quinte. Attraverso dipinti, mappe, disegni, oggetti e modelli antichi ci fa scoprire le architetture del boom industriale del Veneto del Rinascimento, le fabbriche del Nord Est di cinque secoli fa.”
Nelle quattro sale in cui è articolata la mostra, sono esposti dipinti di Tiziano, Francesco Bassano e Bellotto, disegni rinascimentali, antichi modelli di meccanismi brevettati. Sono esposti anche mappe e documenti di archivio, libri rari e oggetti prodotti all’epoca in Veneto. Nove edifici protoindustriali del Cinquecento, alcuni dei quali ancora in funzione, sono illustrati in altrettanti video del film maker Fausto Caliari.
La mostra “Acqua, terra, fuoco” è aperta gratuitamente al pubblico vicentino nel primo fine settimana (12 e 13 novembre) e, successivamente, sarà visitabile dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 18. Il prezzo del biglietto è di 8 euro (6 quello del ridotto riservato ad alcune categorie) mentre per le scuole il costo è di 2 euro. Informazioni nella pagina www.palladiomuseum.org/rinascimento del sito del Museo.