Shopping compulsivo, ovvero quando il bisogno di acquistare diventa una malattia

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Colpisce soprattutto le donne. La dipendenza dagli acquisti, per alcuni psicologi, deriva da un vuoto affettivo da colmare, da una solitudine di fondo e dalla ricerca continua di gratificazioni. Lo shopping compulsivo viene definito infatti da alcuni “una borsa piena di solitudine”. 

La psicologa Nicoletta Alessi ci ha guidato nella spiegazione di cosa succede quando si va oltre il limite, cioè oltre la semplice voglia di fare acquisti: “Quando non si può fare a meno di comprare qualcosa, quando l’istinto ci spinge in quel negozio e l’impulso è così talmente irrefrenabile da annebbiare la nostra razionalità, allora lo shopping eccessivo può infatti diventare una vera malattia”.

“Lo shopping compulsivo rientra tra le cosiddette new addiction- afferma l’esperta- ovvero è una condizione caratterizzata da preoccupazioni e impulsi intrusivi e ricorrenti rivolti alla ricerca e all’acquisto eccessivo di beni spesso superflui o di valore superiore alla propria disponibilità economica e che, nonostante le conseguenze negative (come sentimenti di colpa e vergogna o problemi familiari ed economici) viene necessariamente messa in atto. Lo shopping compulsivo, rappresenta una strategia per alleviare uno stato di disagio emotivo sottostante: dopo l’acquisto, infatti, c’è una riduzione delle tensioni emotive che però funziona da rinforzo per il successivo ripetersi del comportamento patologico. E poi, come in un circolo vizioso, non si riesce a smettere”. 

Perchè succede questo? 

“Gli psicoanalisti sostengono come alla base di questa condizione ci sia un meccanismo di difesa, ovvero quello della compensazione. Dietro questa forma di compulsione, potrebbe celarsi infatti un disagio più profondo, legato alla necessità di colmare un vuoto esistenziale che viene compensato con un qualcosa che solo apparentemente appaga, nascondendo però un’insoddisfazione più radicata. Se vediamo che destabilizza la nostra vita a tal punto da impedire una serena gestione della quotidianità, prendiamoci cura di noi e rivolgiamoci ad uno specialista della salute mentale come uno psicoterapeuta oppure uno psichiatra, non lasciamoci ingabbiare in pratiche dolorose dalle quali difficilmente se ne esce da soli”.

Il Black Friday ovvero le giornate di saldi che vanno di moda adesso innescano sempre più il meccanismo dello shopping compulsivo? Con quali strategie possiamo aiutarci a non spendere troppo? 

“Oggi, tra saldi e Black Friday, il principio del piacere è davvero sollecitato, e ci si trova come un bambino in un negozio di caramelle. E la nostra razionalità viene messa a dura prova… Se il nostro livello di shopping non è patologico (se fosse così questo presupporrebbe un aiuto psicologico e/o farmacologico) possiamo aiutarci a “non spendere troppo” con alcune piccole strategie: innanzitutto consapevolezza e self-control. Un regalo a noi stessi può essere gratificante, l’importante è non esagerare. Poi: lasciamo a casa la carta di credito o il bancomat. Questo ci permette di darci più tempo per pensare se ci serve davvero quella cosa o meno, oppure se nell’armadio ce l’abbiamo già. Facciamo una lista delle cose da comprare e compriamo solo ciò che è presente nella lista. Guardiamo le vetrine solo dopo che i negozi hanno chiuso. Modifichiamo le nostre abitudini: piuttosto che una vasca in centro, facciamo una passeggiata in montagna, non verremo indotte in tentazione”.