Trivellazioni Veneto, al Pd non basta la “posizione critica” di Zaia

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Delta del Po (foto: Wkipedia)

“La posizione critica non basta”. Sul tema delle trivellazioni il Partito democratico veneto la pensa così riferendosi a recenti esternazioni di Zaia.

Il presidente della regione (lo avevamo riportato in un nostro articolo) aveva detto di voler essere coerente sul tema, ricordando il suo No nel referendum che ha chiamato i cittadini a esprimere la propria posizione sulla possibilità di nuovi impianti di estrazione di gas. In aggiunta, il governatore aveva anche tirato in ballo quanto avvenuto nel Polesine. Concetti ribaditi anche oggi, in occasione dell’anniversario dell’alluvione del ’51, anche se non ha mai menzionato le paventate nuove trivellazioni in Veneto (leggi qui).

“Non vorremmo – dicono i consiglieri regionali del Partito Democratico veneto – che sulla vicenda delle trivellazioni in alto Adriatico, il presidente Zaia avesse intenzione di limitare il suo ruolo alla posizione critica.

Sarebbe una strategia per togliersi dall’impiccio di una situazione politica nella quale il Governo di cui fa parte la Lega si sta muovendo in direzione esattamente opposta alla contrarietà dichiarata dal presidente. Serve insomma molto di più: Zaia venga con noi ad ascoltare i territori e gli amministratori e si assuma piena responsabilità.

Le trivellazioni non possono essere la via di uscita per risolvere rapidamente il problema degli approvvigionamenti: in primo luogo per i pesanti effetti sul fronte dell’impatto ambientale, ma anche per i tempi lunghi che in ogni caso sono necessari per mettere concretamente in campo questa soluzione.

Il presidente Zaia ha parlato di rigassificatore, il cui potenziamento è già previsto, come fosse una novità – aggiungono i consiglieri dem –. Peraltro, il rigassificatore non risolve la questione dell’autonomia energetica, quindi è un argomento messo sul tavolo per non affrontare seriamente i nodi cruciali di questa partita.

L’impressione è che prevalga il gioco del nascondino per pure logiche di equilibrismi politici, quando invece un presidente di regione dovrebbe pensare a fare esclusivamente il gioco delle sue comunità, che vanno ascoltate e con le quali è indispensabile confrontarsi”, concludono i consiglieri del Pd.