Pavia, la città “dalle cento torri” – La Via Francigena destinazione Roma, la 13ª tappa dal Nord

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Certosa di Pavia
(foto flickr: Io.tangelini)

Torniamo a seguire le orme di Sigerico lungo la via Francigena del Nord. Il nostro cammino continua a battere le strade dell’odierna Lombardia: dopo esserci lasciati alle spalle Garlasco e gli altri comuni della Lomellina, è arrivato il momento di dirigerci verso il capoluogo. Pavia non vede l’ora di mostrarsi a noi “pellegrini digitali” in tutto lo splendore dei suoi tesori artistici.

La Certosa di Pavia

Impossibile raccontare Pavia senza menzionare la sua splendida Certosa. La costruzione del complesso monumentale risale al XIV secolo, per volere della potente famiglia Visconti. Ancora oggi ospita un monastero, ma la sua fama è dovuta principalmente alla commistione di stili della sua facciata (tardo gotico medievale e rinascimentale) che crea un risultato alquanto suggestivo (foto in copertina). La Certosa ricevette protezione dallo Stato fin dall’unificazione d’Italia: nel 1866 fu infatti proclamata Monumento Nazionale.

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Interno della chiesa (foto FB: Monastero della Certosa di Pavia)
Pavia chiostro
Il chiostro (foto flickr: Juan Llanos)

Il complesso, dalle imponenti dimensioni, ha come fulcro la chiesa, intitolata a Santa Maria delle Grazie. Vi accede attraverso un vestibolo rinascimentale che si apre sulla sua splendida facciata marmorea. L’interno è altrettanto suggestivo, con il suo soffitto stellato scandito da volte a crociera di chiara ispirazione gotica. Attorno alla chiesa si articola il complesso monastico, con i suoi chiostri, il grande e il piccolo, anch’essi impreziositi da rilievi e affreschi.

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Le tre torri (foto publicdomainpictures.com)

Le torri

Pavia vanta, come si è visto, una storia lunghissima. Le radici del suo splendore affondano però in un’epoca precedente ai fasti della Certosa. Se la sua pianta, tipica del castrum, denuncia un’origine romana, è durante il Medioevo che Pavia conosce uno sviluppo e un ruolo da protagonista mai visto prima. Le famiglie nobili, come in altre città del nord Italia (vedasi Bologna, Asti) iniziarono quindi, attorno all’XI secolo, a erigere torri di mattoni a testimonianza del loro potere. È questa la spiegazione più plausibile che gli storici sono riusciti a dare, in quanto non vi sono tracce di fortificazioni che facciano pensare a un loro funzione difensiva. Di quelle torri, forse più di cento, ne restano oggi tre. Altre torri minori sono state inglobate nel tessuto urbano, ed è possibile riconoscerle “fuse” in edifici privati e abitazioni.

Il Duomo e i resti della torre civica

Un altro pezzo di storia di Pavia si sviluppa attorno al suo splendido duomo, dedicato al protomartire Santo Stefano. Il primato di questa splendida chiesa, imponente nella sobrietà della sua facciata, è la sua cupola ottagonale, che si annovera tra le più grandi d’Italia. L’effetto spaziale, esaltato da quello luminoso creato da finestre e lucernari, è estremamente suggestivo, e dà quasi l’idea di una chiesa a pianta circolare.

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La facciata del Duomo (foto FB: Elisabetta Volpi)

Accanto al Duomo, fino al 1989, sorgeva la torre civica. A marzo di quell’anno un improvviso crollo diede vita a una tragedia: la torre si sgretolò travolgendo quattro persone, che morirono sotto le macerie. Oggi è possibile, in quello stesso luogo, ammirarne i resti, mentre il dibattito sulla sua ricostruzione anima da ormai trent’anni la politica cittadina.