Calendari del Duce in vendita: dura condanna dell’Anpi di Vicenza

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calendari del duce
Calendari del Duce del 2014 (archivio)

Calendari del Duce, Benito Mussolini, in vendita in alcune edicole di Vicenza. Un accostamento non nuovo, quello tra l’iconografia del leader fascista e la città palladiana.

Basti pensare all’episodio più noto degli ultimi anni, quando l’ex sindaco Achille Variati tolse le deleghe alla mobilità e ai trasporti a Claudio Cicero, reo proprio di ostentare un calendario di Mussolini nel suo ufficio.

Sulla sgradita vendita nelle edicole del capoluogo interviene l’Anpi di Vicenza: “Quest’anno ricorre il centenario dell’avvento al potere del movimento fascista. Al di là della XII disposizione transitoria e finale che vieta in qualsiasi forma la ricostituzione del disciolto partito fascista è l’intera nostra Carta Costituzionale nell’impianto dei suoi principi fondamentali ad essere chiaramente antifascista – dicono il presidente Anpi Vicenza Danilo Andriollo e il vice Luigi Poletto -.

L’esposizione e la vendita di gadget e calendari che richiamano la figura di Mussolini e quella pagina sciagurata della nostra storia oltre a configurare una apologia del fascismo vietata dalle leggi non debbono né possono essere tollerate, perché alimentano una riabilitazione del fascismo, producono un effetto distorsivo nell’opinione pubblica, determinano conseguenze diseducative nei confronti delle giovani generazioni.  

Ci troviamo di fronte ad operazioni commerciali apparentemente banali e innocue – proseguono -, ma che in realtà tendono a rilegittimare moralmente il dominio dittatoriale, ad annullarne la condanna che la storia ha pronunciato, a normalizzare la violenza sistemica di quel regime, a banalizzare le aggressioni ai principi fondanti della convivenza civile, a dissolvere l’enorme carico di dolore generato nel mondo dalla tragica esperienza  nazifascista, a supportare istinti xenofobi, razzisti e di rifiuto delle diversità.

Chiediamo dunque con fermezza alle autorità preposte a vigilare ed eventualmente perseguire comportamenti che possano configurarsi quali apologetici nei confronti del fascismo.

Agli esercenti commerciali del nostro territorio di rifiutarsi di diffondere questi tipi di gadget quale dimostrazione di responsabilità etica e civile.

Infine alle forze sociali e politiche locali di praticare l’unità antifascista respingendo atti e atteggiamenti indirizzati ad esaltare e celebrare il fascismo e chiedendo al Parlamento di intervenire con innovative iniziative legislative  finalizzate a contrastare il neofascismo e la sua propaganda”.