Indennità personale sanitario 2023, Nursing Up: “Segnali di apertura dal Consiglio dei Ministri”

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Indennità per il personale sanitario 2023, ci sono “segnali di apertura dal Consiglio dei Ministri” che vengono valutati positivamente dal sindacato degli infermieri Nursing Up.

“Apprendiamo, in queste ore, che, nel corso dell’ultimo Consiglio dei Ministri, quello di lunedì 21 novembre, il Governo Meloni ha preventivato la possibilità di inserire, come già annunciato in precedenza, erogandolo a partire dal 2023, un nuovo bonus per medici e infermieri che lavorano nei pronto soccorsi, con l’obiettivo di contrastare il caro vita, inserendo il provvedimento nella nuova Legge di Bilancio.

Vorremmo ricordare, continua De Palma, che siamo stati noi, come sindacato, a rivolgere un accorato appello al Ministro Schillaci, a pochi giorni dal suo insediamento, quando lo stesso parlava solo di indennità per il personale medico.

Si tratta, quindi, di un segnale di apertura importante, rispetto alle nostre specifiche richieste.

Se così fosse, il condizionale è naturalmente d’obbligo, queste nuove risorse si andrebbero ad aggiungere agli aumenti degli stipendi e i relativi arretrati a infermieri e al resto del personale sanitario interessato, che arriveranno per il rinnovo del contratto 2019-2022.

Si tratterebbe, commenta Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, di quella indennità del 2023, di cui appena poche settimane fa discuteva il neo Ministro della Salute, Professor Orazio Schillaci, con  uno stanziamento pari a 200 milioni di euro.

Dovrebbe chiamarsi “specifica indennità di natura accessoria”: si tratta appunto del bonus che andrebbe ad aumentare gli stipendi infermieri e dei medici impegnanti nei pronto soccorso e che incrementerà il salario accessorio. Già nella legge di Bilancio 2022 erano stati stanziati 90 milioni di euro per incrementare le retribuzioni di chi è in prima linea negli ospedali (27 ai medici e 60 agli infermieri); nella Manovra 2023 i fondi potrebbero ammontare a 200 milioni di euro (60 ai medici e 140 per il restante personale) e garantiranno stipendi più elevati mediante, appunto, “un riconoscimento delle particolari condizioni del lavoro svolto dal personale della dirigenza medica e dal personale del comparto sanità” operanti nei pronto soccorso.

Se tutto ciò avvenisse, vorrebbe dire, e noi ce lo auguriamo davvero, che le nostre parole hanno colto in qualche modo nel segno, nella speranza che, con questo Governo, qualcosa di concreto possa davvero cambiare per gli infermieri italiani e gli altri professionisti della sanità. 

Non ci rimane che attendere che le ipotesi di stanziamento delle nuove risorse possano diventare realtà, tendendo una mano agli operatori sanitari italiani, in una contingenza economica più che mai delicatissima, senza tuttavia dimenticare che non soltanto gli infermieri dei pronto soccorsi necessitano più che mai del concreto aiuto del Governo, e che proprio per questo sarà necessario, quanto prima, affrontare questa tematica in maniera organica e definitiva.

La grave penuria negli organici delle aziende sanitarie riguarda tutto il personale infermieristico ed è necessario, ora come non mai, valorizzare l’intera collettività professionale, se non si vuol correre il rischio di apporre solo una piccola toppa su di un foro ben più ampio e complesso dello spazio che essa riesce a coprire. 

Per come la vediamo noi, bisogna volgere lo sguardo verso tutti gli operatori sanitari che “operano” ogni giorno in prima linea, nessuno escluso, e ci riferiamo , ma solo per fare un esempio, alla grave dimenticanza che ha escluso le ostetriche dalla erogazione dell’indennità infermieristica. Ora più che mai è il momento di agire”, conclude De Palma.