Banche italiane ancora esposte ai crediti deteriorati anche se NPE ratio migliora

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UniCredit e Intesa Sanpaolo hanno i valori assoluti maggiori, ma il Texas ratio cambia le carte in tavola. In generale, i Npe a giugno 2018 si sono attestati ad 222 miliardi di euro lordi rispetto ai 264 miliardi a dicembre 2017.

Per Npe si intende l’insieme dei crediti deteriorati: sofferenze, inadampienze probabili (Utp, unlikely to pay) e scaduti (past due). Il Texas ratio è un indicatore che mette in rapporto i “prestiti non performanti” (i crediti deteriorati) al patrimonio netto tangibile di una banca. 


Questo indicatore rapporta i crediti a rischio al patrimonio tangibile della banca (ossia al capitale netto diminuito delle immobilizzazioni immateriali) per verificare che quest’ultimo superi i primi e che quindi la banca sappia far fronte all’eventuale perdita di questi crediti.

I Npe a giugno 2018 si sono attestati ad 222 miliardi di euro lordi rispetto ai 264 miliardi a dicembre 2017. Al contempo sono aumentate significativamente le coperture dei crediti deteriorati che si sono attestate al 65,9% per le sofferenze ed al 35% per le inadempienze probabili.

In termini di volumi, per effetto delle cessioni massive di Npl, il valore lordo di sofferenze e UtP, pari rispettivamente a 130 miliardi e 86 miliardi a giugno 2018, si è ridotto significativamente rispetto a fine 2017 (165 miliardi ed 94 miliardi).

Le dismissioni di Npl saranno significative anche nel 2019, con una stima di almeno 50 miliardi di cessioni nell’anno. Il mercato italiano degli Npl quest’anno raggiungerà un volume record di cessioni superiore alla soglia dei 70 miliardi.

Il mercato degli UtP si è movimentato attraverso un numero limitato di cessioni di portafogli e la loro dimensione sui libri delle banche (ormai superiore a quello delle sofferenze in termini netti, circa 56 miliardi a giugno 2018 rispetto ai 43 miliardi di sofferenze alla stessa data) renderà impellente il loro ulteriore deleverage nel 2019 anche mediante soluzioni strutturate. Tra queste il ricorso alle cartolarizzazioni, eventualmente mediante Gacs qualora quest’ultima sia rinnovata ed estesa agli UtP a marzo 2019, i fondi di ristrutturazione a cui conferire UtP da parte delle banche e liquidità da parte di terzi investitori, nuove modalità di servicing degli UtP evoluto ed innovativo basato su ristrutturazione dell’esposizione, turnaround e immissione di nuova finanza.

Il mercato del servicing, come per il 2017, si è ulteriormente consolidato e il trend potrebbe proseguire anche nel 2019, con una serie di ulteriori operazioni di fusione e acquisizione.

di Francesco Colamartino, da Cityware

Alcuni dati PwC:  

UniCredit e Intesa Sanpaolo hanno i valori assoluti maggiori, ma il Texas ratio cambia le carte in tavola. In generale, i Npe a giugno 2018 si sono attestati ad 222 miliardi di euro lordi rispetto ai 264 miliardi a dicembre 2017. Le più zavorrate sono BancoBpm e Mps, ma il valore complessivo delle operazioni annunciate fino a novembre o tuttora in corso è tra 15,17 e 20,2 miliardi, tra sofferenze, inadampienze probabili (unlikely to pay) e scaduti (past due). Mediobanca deve chiudere una cessione di Npe (crediti deteriorati) per 150 milioni di euro. Credem con Npe lordi a 1,3 miliardi di euro e un Texas ratio al 54%