Canosa di Puglia, un museo sotterraneo e a cielo aperto – La Via Francigena destinazione Roma, la 15ª tappa dal Sud

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(foto FB: Luisa Archetti)

Camminando sulla Via Francigena in direzione Campania incontriamo ancora un altro gioiellino del tacco dello Stivale, Canosa di Puglia. Una piccola città che custodisce tantissimi resti archeologici di varie epoche. Lasciamo che ci accompagnino in un salto nel tempo in cui vale assolutamente la pena avventurarsi.

Gli ipogei di Canosa di Puglia

Una delle testimonianze più antiche di questa zona è la presenza di numerosi ipogei. Queste strutture funerarie monumentali hanno origini antichissime: risalgono, infatti, all’epoca dei Dauni, la popolazione autoctona di questi territori. Come suggerisce il nome (dal greco hypo, sotto, e , terra), queste cavità erano destinate ad accogliere i corpi dei defunti nel sottosuolo. Non per questo, però, erano prive di una precisa struttura e di decorazioni pittoriche sui muri tufacei nei quali erano scavate.

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Ipogeo di Scocchera (foto FB: Giuseppe Olivieri)

Le tombe appaiono strutturate, nella maggior parte dei casi, come delle piccole “abitazioni”. Un lungo corridoio (il dromos) conduce all’interno dell’ipogeo vero e proprio, dove un vestibolo si apre sulle varie stanze, la più grande e meglio decorata delle quali ospitava il corpo del capofamiglia.

Il Battistero di San Giovanni

Un altro elemento del vastissimo panorama archeologico di Canosa è l’antico Battistero di San Giovanni. Prima di diventare un edificio religioso cristiano, il battistero era probabilmente adibito al culto di qualche divinità pagana; secondo altre ipotesi, invece, si sarebbe potuto trattare addirittura un impianto termale. Il “cambio di destinazione d’uso” è testimoniato dalle camerette laterali, aggiunte in seguito all’originale struttura a pianta decagonale, per conferire all’edificio una pianta a croce greca.

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L’interno del Battistero. (foto FB: Luca Paleologo Palumbo)

Al centro è possibile riconoscere il fonte battesimale, nel quale il rito si svolgeva per immersione.

Il parco archeologico di San Leucio

Appena fuori dalla città in direzione sud-est sorge ancora un altro parco archeologico, ricco di mosaici e di manufatti in ottimo stato di conservazione. Quello in questione (foto in copertina) è chiamato “parco di San Leucio”, in riferimento alla grande basilica paleocristiana che venne edificato qui dopo il V secolo. Prima della basilica, in quello stesso luogo sorse per circa settecento anni un importantissimo tempio dedicato alla dea Minerva Ilias, il più importante del sud Italia.