Medici in Veneto: arriva il concorso della Regione, ma restano le carenze. Nel Padovano controlli sui gettonisti

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Carenza medici di base medicina generale in Veneto

Il concorso per nuovi medici di medicina generale in Veneto è stato approvato oggi dalla Giunta regionale del Veneto.

Su proposta dell’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, l’esecutivo ha approvato il bando e l’avviso pubblico tramite graduatoria riservata per l’accesso al corso triennale di formazione specifica in medicina generale per il triennio 2022-2025.

Il concorso per formare nuovi medici di base in Veneto è uno dei temi caldi del problema “carenza medici in Veneto” da più parti lamentato e del quale ci siamo spesso occupati da queste pagine (qui potrai consultare una rassegna di articoli sull’argomento). Nei prossimi anni sono previsti molti pensionamenti tra i MMG e solo un adeguato turn over, ovvero la formazione di nuovi professionisti, può sopperire al problema che riguarda tutti il Veneto e, nello specifico, il Vicentino (leggi qui).

La regione informa che il bando di concorso prevede una borsa di studio per 226 laureati in medicina e chirurgia, di cui 66 finanziati con il Pnrr. A partire da aprile 2023 ci saranno 3 anni di corsi ed è richiesto impegno a tempo pieno, obbligo di frequenza alle attività didattiche teoriche e pratiche da svolgersi in strutture del Ssn e nell’ambito di uno studio di MMG individuato dalla Regione. La formazione prevede un totale di almeno 4800 ore di cui 2/3 rivolti all’attività formativa pratica.

L’avviso pubblico è invece per l’ammissione al corso triennale di formazione specifica in medicina generale 2022-2025 della Regione tramite graduatoria riservata senza borsa di studio, con frequenza a tempo pieno per 127 laureati in medicina e chirurgia. Azienda Zero, a seguito dei controlli, approva la graduatoria riservata in base al punteggio di anzianità di servizio. I corsi saranno seguiti da Fondazione Scuola di sanità Pubblica che provvederà anche all’erogazione delle borse di studio ai tirocinanti ordinari ed ai compensi ai docenti.

Nel darne notizia, l’assessore Lanzarin non ha mancato di sottolineare che si è proceduto “nonostante manchi ancora il riparto tra le Regioni dei 68,7 milioni di euro per finanziare le borse per il primo anno del triennio 2022-2025″. Le spese saranno coperte con fondi regionali della Gestione Sanitaria Accentrata.

“In una situazione di carenza di medici a livello nazionale – ha detto ancora Manuela Lanzarin -, anche il Veneto ha bisogno di nuove figure professionali per la medicina territoriale e abbiamo quindi deciso di anticipare i tempi. Si può dire che, se lo vorranno, tutti i giovani medici che si specializzeranno, hanno in Veneto il posto di lavoro assicurato“.

In merito all’allarmismo sulla carenza in Veneto di medici di medicina generale, si è espresso anche il direttore della direzione Sanità e sociale della Regione del Veneto, Luciano Flor. Premettendo che le criticità sono comuni a tutte le regioni d’Italia, ha detto: “La Regione Veneto ha provveduto ad aumentare il più possibile il contingente dei medici ammessi a frequentare il corso di formazione specifica in medicina generale, in modo da aumentare in sede di graduatoria la rosa di professionisti cui attingere”.

Ma le ultime ore, per la sanità veneta, sono state caratterizzate anche da appelli e inchieste in qualche modo legati al problema carenza medici.

Nel primo caso il direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi, ha portato all’attenzione la mancanza di 230 operatori tra medici e operatori impossibili da reperire e si è appellato alle autorità confidando sui 144 neolaureati a Treviso.

A Padova, invece, i carabinieri del Nas hanno avviato controlli in alcune cooperative che forniscono personale medico alle strutture pubbliche della Ulss 6 Euganea, mettendo nel mirino gli appalti. Sono i cosiddettimedici a gettone” che implicano trattamenti economici a carico dei cittadini fortemente sproporzionati rispetto agli stipendi dei medici effettivi.

Per un mese di turni il gettonista arriva a percepire fino a 4mila 250 euro a fronte dei 3mila 500 euro di un medico dipendente, a tempo pieno, in quella Ulss. Per dovere di cronaca, i controlli menzionati non hanno dato atto a provvedimenti dell’autorità giudiziaria.