Opzione Donna, Sbrollini (A-IV): “In Manovra correggere questa ingiustizia”

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Daniela Sbrollini

“È indispensabile che il governo renda meno stringenti i criteri di accesso a Opzione donna: non è giusto che tante lavoratrici vengano penalizzate per il solo fatto di non essere madri”.

Lo dichiara Daniela Sbrollini, senatrice vicentina di Azione-Italia Viva, a proposito della manovra. “Spinto da un disperato bisogno di coperture, il governo ha chiaramente deciso di sacrificare i pensionati, sottraendo al sistema previdenziale 3,7 miliardi di euro.

A essere penalizzate in modo particolare sono le donne, a cui viene di fatto negata la flessibilità in uscita garantita dalle precedenti versioni di Opzione donna. Secondo quella prospettata nella manovra, si potrà anticipare la pensione a 58 anni solo se si hanno uno o due figli oppure se si è caregiver, cassaintegrate, dipendenti di aziende in crisi o invalide almeno al 75%.

È stato calcolato – prosegue la senatrice – che, con i nuovi criteri, il numero delle beneficiarie subirebbe una drastica riduzione. Oltre a essere a forte rischio di incostituzionalità, la norma rappresenta una palese ingiustizia nei confronti di chi non è madre, con l’aggravante di una selezione di sapore ideologico.

Perché, per esempio, non tenere conto del numero delle persone da accudire, del carico di lavoro familiare o del tipo di lavoro svolto?”. “Chiediamo per questo al governo, che ha ammesso l’errore, di dare seguito al proposito di rivedere la norma. Non possono essere le donne, per il solo fatto di non essere tra le categorie funzionali alla propaganda della maggioranza, a pagare, con il sacrificio di anni della loro vita”, conclude Daniela Sbrollini.