Futuro medicina generale: la regione incontra finalmente i sindacati. Proposte di Fimmg Veneto

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Maurizio Scassola, segretario generale FIMMG Veneto, e Silvestro Scotti, segretario generale FIMMG Nazionale
Maurizio Scassola, segretario generale FIMMG Veneto, e Silvestro Scotti, segretario generale FIMMG Nazionale

Il silenzio e la lunga attesa sono finalmente finiti: la Regione Veneto ha convocato le organizzazioni sindacali a un tavolo di confronto, in programma il 12 dicembre, per discutere il futuro della Medicina Generale. All’ordine del giorno: le misure per affrontare la carenza di medici di famiglia e le prospettive di sviluppo dell’Assistenza Primaria.
L’incontro aprirà di fatto anche la trattativa sul nuovo Accordo Integrativo Regionale alla luce di quello nazionale, relativo al biennio 2016-2018, siglato, sempre con grave ritardo, a inizio 2022.
«Finalmente – sottolinea Maurizio Scassola, Segretario regionale di FIMMG Veneto – questa convocazione è arrivata: per mesi abbiamo chiesto alla Regione lo stop ai provvedimenti tampone e l’avvio di un confronto serio per la riorganizzazione della Medicina Generale. Ora ci siamo: la FIMMG è pronta a mettersi al lavoro, in uno spirito costruttivo, per dare ai cittadini veneti un’assistenza sanitaria territoriale di livello europeo».

Assemblea FIMMG a Venezia
Assemblea FIMMG a Venezia

La convocazione arriva in uno dei momenti più critici per la Medicina Generale con la riforma delle Cure Territoriali, inserita nel PNRR, ancora ferma al palo, e la Segreteria nazionale FIMMG pronta a dichiarare lo stato di agitazione – realtà già in Puglia – per denunciare il gravissimo stato di disagio che la categoria vive, sottoposta a carichi di lavoro non più sostenibili ed economicamente penalizzata da costi di produzione del reddito intollerabili.
«È francamente inaccettabile – sostiene il Segretario nazionale Silvestro Scotti, che ha convocato per domani, 4 dicembre, un Consiglio nazionale straordinario – la totale assenza di misure a sostegno dei medici di medicina generale nella nuova Legge di Bilancio. Abbiamo redditi fermi da 4 anni, ma i costi sono aggiornatissimi. Se nessuno ci ascolterà, siamo pronti alla mobilitazione, anche con la serrata dei nostri studi».

È arrivato, dunque, il momento di chiedere alla Regione Veneto atti concreti per dimostrare in quale considerazione tenga la Medicina Generale. Questi i temi che FIMMG Veneto porterà al tavolo del 12 dicembre:

  1. la revisione immediata dei modelli organizzativiper far sì che sempre meno medici di famiglia lavorino da soli (oggi in Veneto sono ancora più del 40%): introduzione dei microteam, che riuniscano almeno 5 medici di uno stesso territorio, dove ci sia la possibilità di avere personale amministrativo almeno in uno degli ambulatori, e potenziamento delle medicine di gruppo integrate con personale di studio numericamente all’altezza di compiti sempre più gravosi e dotazioni strumentali adeguate per la diagnostica di primo livello;
  2. la sempre più grave carenzadi medici di medicina generale, che lascia scoperte molte aree del territorio, destinata a peggiorare a causa dei prossimi pensionamenti. FIMMG Veneto chiederà alla Regione di condividere con i sindacati i dati a sua disposizione perché «nei conteggi del ricambio generazionale – sottolinea Scassola – c’è da tenere conto di vari aspetti. Il primo: molti colleghi, il 20% circa, abbandonano il Corso Triennale di Medicina Generale prima di finirlo. Il secondo: la Medicina Generale non è più attrattiva: molti giovani colleghi (20-30%), anche dopo aver conseguito il diploma, scelgono di non fare il medico di famiglia, allettati da altre proposte meglio remunerate, più organizzate e più protettive. Il terzo: la fascia prepensionabile dei medici di Medicina Generale ammonta a ben 656 colleghi su un totale di 2.776 attualmente attivi. Sono molti ad andare in pensione prima dei 68 anni». I conti, insomma, non tornano: entro il 2025 andrà in pensione il 20,1% dei medici di famiglia che assistono attualmente quasi un milione di veneti;
  3. la Medicina Generale va resa più appetibile, sgravando i colleghi dall’imponente mole burocratica-amministrativa che occupa ormai l’80% del loro tempo e con investimenti destinati al personale di studio per alleggerire i carichi di lavoro e per sopportare gli oneri finanziari che gravano sulla produzione del reddito e si sommano drammaticamente ai ritardi dei rinnovi degli Accordi Collettivi Nazionali e degli Accordi Regionali.

«La Medicina Generale – conclude il dottor Scassola – è ormai allo stremo. Abbiamo bisogno di modelli organizzativi nuovi, dignitosi, protettivi che permettano ai medici di famiglia di curare i cittadini con adeguato personale di supporto e in ambienti sicuri. Dobbiamo accompagnare i giovani medici di Medicina Generale inserendoli in un ambiente lavorativo appagante dal punto di vista professionale e protettivo sul versante personale e familiare. Ricordiamo che molti di loro sono donne che sopportano anche importanti carichi familiari. Dobbiamo riformare, rilanciandolo, il modello formativo creando le basi per un percorso di Formazione-Lavoro per i giovani e di vera, concreta Formazione Continua per tutti i medici di medicina generale del Veneto. Dobbiamo analizzare i nuovi bisogni di salute della popolazione e indicare le priorità in un orizzonte di medio – lungo periodo per offrire al Veneto prospettive certe. Lo dobbiamo ai nostri pazienti e a noi stessi: bisogna agire e farlo in fretta».

Dott. Maurizio Scassola, Segretario Regionale FIMMG Veneto