Risalite accise sui carburanti che Salvini promise di togliere e 2.500 euro in più ai deputati per spese informatiche. Se il ministro lo sapesse…

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Accise: Caro benzina carburanti distributori decreto sciopero benzinai
Caro carburanti dai distributori

Vi ricordate quando, qualche anno fa, in vista delle elezioni politiche, il sen. Matteo Salvini aveva tuonato contro il cumulo delle accise sui carburanti? Aveva rivelato, con tono scandalizzato, che, su un litro di carburante, “lo Stato si porta via, per tasse, più della metà” del prezzo “della benzina che voi fate per andare a lavorare, che se ne va in accise, in tasse”.

Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, nel suo nuovo ufficio migranti
Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, nel suo nuovo ufficio

E aveva spiegato: “una accisa si paga per la guerra di Etiopia (1936), una per la crisi di Suez (1956), una per il disastro del Vajont (1963), una per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze (1966), una per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice (1968), una per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (1976), una per la ricostruzione dopo il terremoto in Irpinia (1980), una per il finanziamento della missione militare in Libano (1983). Poi aveva testualmente annunciato: ”ma cosa faccio io se vinco le elezioni? Non ho bacchette magiche, ma faccio giustizia e taglio, taglio…”: aveva accompagnato il suo dire con il gesto eloquente di due dita che si muovevano imitando l’azione della forbice.

Le elezioni le ha, poi, vinte, ma, manco a dirlo, le accise son rimaste immutate.

Qualche tempo dopo, nel 2019, in occasione della manovra che il Governo (di cui lui stesso faceva parte) si apprestava a varare, gli è stato chiesto come mai le accise non fossero state tolte; la sua risposta è stata: “non riesco a fare tutto e subito … non governo da solo”, alludendo ai Cinque Stelle, che avevano introdotto il reddito di cittadinanza. Ma, a suo tempo, non aveva chiarito che, per tagliare le accise, avrebbe dovuto governare da solo.

E’ passato, da allora, qualche anno e i cittadini italiani hanno continuato a pagare, sui carburanti, le odiose accise sulla guerra in Etiopia, sul canale di Suez, sul disastro del Vajont … oltre all’astrusa e ancor più odiosa “tassa sulla tassa”: l’IVA, al 22%, sul carburante.

Salvini è, ora, tornato in Parlamento, pur se un po’ più ridimensionato nei voti è anche ministro alle infrastrutture ed è pur sempre in compagnia di altre forze politiche che, esse pure, dichiaravano di detestare questi assurdi e anacronistici balzelli.

E’ cambiato ora qualcosa? Certo che si: dal 1° dicembre il rincaro complessivo per le accise è addirittura aumentato di 12,2 centesimi mediamente. Più precisamente,  da inizio dicembre, le accise sulla benzina sono salite da 47,84 a 57,84 centesimi al litro, quelle sul gasolio da 26,74 a 46,74, quelle sul Gpl da 18,26 a 26,67.

Era avvenuto che, nel marzo scorso, dopo l’invasione russa in Ucraina, il Governo Draghi aveva deciso di alleviare i costi energetici degli italiani tramite uno sconto sul disincentivo fiscale sui carburanti. Ma, ora, le vecchie accise, che tanto avevano scandalizzato il sen. Salvini, non solo non sono state eliminate o anche solo ridotte, ma sono risalite al livello di gennaio e, verosimilmente, comporteranno un nuovo rincaro di tutti i beni di consumo.

Attendiamo, ansiosi, le consuete spiegazioni sul perché esse sono state mantenute, e le immancabili promesse elettorali per il futuro; meglio se seguite da un folcloristico contratto con gli Italiani (come quello di Berlusconi; ve lo ricordate ?).

Altra notizia interessante è apparsa su Repubblica, che ha riferito ai cittadini quanto segue: il 24 novembre u.s., giusto un mese prima del  Natale 2022, i Questori delle Camera dei Deputati (uno di Fratelli d’Italia, uno della Lega e uno del Movimento 5 Stelle) hanno stabilito l’attribuzione ai 400 neo eletti a Montecitorio di un bonus  di 5.500 euro per l’acquisto di cellulari, P.C.,  airpods, schermi da 34 pollici e tablet. C’era, evidentemente, l’esigenza di una elargizione extra agli onorevoli per le loro dotazioni di ufficio e per il loro aggiornamento tecnologico: rispetto al 2018, quando il bonus per queste spese di aggiornamento era di soli 2.500 euro, è stato applicato un aumento di più del 100%: ma – si sa  –  la guerra in Ucraina ha fatto rincarare tutto.

Inoltre, ai Deputati è stato riservato un pacchetto di penne, bloc notes, buste per lettere e CD, tutti griffati Camera

Chissà cosa direbbe il senatore Salvini se lo sapesse!