“Se oggi il testo del decreto Rave non presenta incostituzionalità lo si deve al nostro movimento politico – si legge nel lancio Ansa di dichiarazioni del senatore vicentino di Forza Italia Pierantonio Zanettin primo firmatario degli emendamenti che, insieme a quelli della presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno, ringraziata “per l’equilibrio e la perizia con cui ha condotto i lavori consentendo di portare in Aula un testo profondamente modificato e corretta“, sono, poi, stati recepiti dal Governo e hanno di fatto riscritto il decreto Rave approvato al Senato – (leggi su ViPiu.it: “Rave, sen. Zanettin e gli emendamenti di FI: ‘Punire raduni con droga ma escludere azioni politico-sindacali e intercettazioni’“.
“Il Parlamento – prosegue Zanettin – non è un passacarte delle decisioni di Palazzo Chigi e oggi lo abbiamo dimostrato. Ora è un testo rispettoso della Costituzione. La norma che disciplina il reato di rave ora è chiaro che non possa riguardare manifestazioni sindacali o politiche. La fattispecie astratta è stata tipizzata. Il rave diventa reato perché l’attuale articolo 633 del codice penale era inadeguato come disse la stessa ministra Lamorgese in un’intervista. Il rave va condannato perché è un fenomeno illegale, dove c’è spaccio di droga e che ha avuto spesso anche esiti letali“.
“Noi abbiamo ripristinato la distinzione tra reati gravissimi come la mafia e quelli seppur gravi per i quali c’è invece la corsia ordinaria – aggiunge il senatore di Forza Italia – . L‘inserimento dei reati contro la P.A. nei reati ostativi, infatti, era un’aberrazione. Come
sostenuto anche dalla Corte Costituzionale. E non si indignino i 5 Stelle perché la severità delle pene non ha mai fermato la corruzione che si combatte, invece, con la semplificazione
normativa e la trasparenza. Ora si può aprire una nuova stagione in materia di giustizia“. Zanettin afferma quindi – riferisce sempre l’ANSA – di condividere in toto quanto detto dal ministro della Giustizia Carlo Nordio nelle sue linee programmatiche: dall’uso eccessivo
delle intercettazioni, alla separazione delle carriere, fino alla revisione della legge Severino. E, per quanto riguarda l’emendamento sull’inappellabilità delle sentenze di assoluzione
che era stato ritirato su richiesta del governo dal decreto Rave ed è stato trasformato in un Ordine del giorno, il senatore Zanettin afferma che “l’attuale maggioranza ha la forza per introdurre questa norma garantista” magari anche in un altro provvedimento, ma “lo si dovrà fare visto che è parte fondamentale del programma sulla giustizia del centrodestra“.
“In questi anni siamo stati vittime dell’oltraggio di legislazioni permeate da giustizialismo
giudiziario, ora si deve rimediare“, osserva, infine, il parlamentare di Forza Italia che
ricorda anche, con una dotta citazione storica, come i Rave fossero puniti già nell’antica Roma: “Tito Livio ci ricorda che nel 186 a.C si occupò di Rave. All’epoca si chiamavano baccanali, ma furono perseguiti e condannati“.