Obbligo Soa, PMI al ministro Salvini: “Ci penalizza, abrogatelo”

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Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto obbligo Soa
Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto

Abrogare subito l’obbligo SOA, Società Organismo di Attestazione, perché penalizza le Piccole e medie imprese. Con questo intento Confartigianato e altre sigle che rappresentano e tutelano le PMI italiane hanno scritto una lettera al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini per chiedere l’abrogazione dell’obbligo della SOA per i contratti nelle costruzioni con valore superiore a 516mila euro che beneficiano di incentivi fiscali.

“Finora – spiega Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese veneto – le attestazioni SOA erano richieste solo per la partecipazione agli appalti pubblici. Con il decreto-legge n.51 del mese di maggio 2022, invece, l’obbligo dell’attestazione è stato introdotto anche per le imprese che operano nel mercato dei bonus edilizi. Quindi, nei contratti tra privati.

Dal 1° gennaio 2023 fino al 30 giugno 2023, l’esecuzione dei lavori di importo superiore ai 516mila euro e per i quali è possibile accedere alle agevolazioni fiscali (Superbonus 110%, Ecobonus, Bonus ristrutturazione e altri) dovrà essere affidata ad imprese che, al momento della sottoscrizione del contratto di appalto, siano in possesso dell’attestazione SOA oppure a imprese che, al momento della sottoscrizione del contratto di appalto hanno avviato la sottoscrizione di un contratto finalizzato al rilascio dell’attestazione.

“Un obbligo, quello del Soa, che lede la libera concorrenza. Per questo chiediamo che l’efficacia della misura sia posticipata perché rappresenta un irragionevole aggravio burocratico e una barriera nei confronti delle imprese artigiane. Imporre alle imprese, anche operanti in subappalto, il possesso di una qualificazione rilasciata da appositi soggetti attestatori provocherà una decimazione del mercato”.

Il comparto delle Costruzioni in Veneto vede operare 54 mila aziende artigiane, ma ora è cominciata la selettiva rincorsa alle sole 812 realtà produttive (artigiane e non) che sono in possesso delle certificazioni. Tutto ciò sta provocando una pericolosa alterazione del mercato e, inoltre, non si considera il fatto che nelle relazioni tra soggetti privati il meccanismo della libera trattativa economica assicura la selezione degli operatori più efficienti.

“Gli obiettivi della nuova disciplina sono condivisibili – prosegue Boschetto -, ma la soluzione adottata è del tutto inappropriata e suscita numerose perplessità in termini di efficacia perché non giustifica la trasposizione del sistema di qualificazione delle imprese dal settore pubblico a quello privato.

Dopo oltre 20 anni di operatività, l’obbligo SOA negli appalti pubblici non ha dimostrato il raggiungimento dei declamati indici di qualificazione del mercato. Inoltre, non è efficace per contrastare il fenomeno delle imprese fantasma e si ricorda che nel nostro ordinamento esistono già dispositivi come il DURC, la congruità e i controlli in grado di rimediare alle condotte fraudolente ed inoltre è un obbligo che non dà garanzie al consumatore sul livello di professionalità dell’impresa ma solo sulla esperienza e possesso delle attrezzature idonee a fare quel lavoro.

È tempo di prevedere, piuttostoconclude Boschetto, un rigoroso sistema di verifica dei titoli volti ad autorizzare l’ingresso nel mercato. Da anni, chiediamo una legge di regolamentazione del settore dell’edilizia sulla quale confrontarsi. Detto questo, siamo favorevoli che l’accesso al sistema dei bonus debba restare subordinato al superamento di una serie di scrupolosi accertamenti, parte dei quali affidati a professionisti abilitati”.