Pareggiare in casa con l’ultima in classifica, giocare in dieci per quasi due terzi della partita a causa di una espulsione evitabilissima, riuscire a mettere insieme solo un paio di palle-gol contro la peggior difesa del campionato: è il bilancio sintetico dell’1-1 con il Piacenza con cui l’LR Vicenza ha concluso il suo Girone di Andata.
Questo non era certo il risultato che si immaginava e che le statistiche suggerivano, ma non si può dire che non riproduca quanto si è visto in campo. Fra Vicenza e Piacenza c’è un abisso di qualità e di ambizioni ma la maglia nera del girone è riuscita (pur senza fare chissà che) a impastoiare l’aspirante campione d’inverno, incappato in una delle peggiori prestazioni stagionali.
I tifosi (e non solo) hanno assegnato all’arbitro la maggior responsabilità del risultato, assolvendo i propri beniamini dall’aver giocato in modo diametralmente opposto a quello che ci si sarebbe aspettati in un’occasione che presentava tutte le stigmate della partita da vincere. Perché con i tre punti i biancorossi avrebbero avuto la possibilità dello scavalco della coppia di testa Pro Sesto-Feralpi Salò, impegnata nello scontro diretto che poteva facilmente finire (com’è poi finito) in pareggio e perché una vittoria sarebbe stata molto utile ed opportuna in vista della trasferta successiva proprio sul campo di Sesto San Giovanni.
Un passo indietro nel gioco, nell’agonismo e nella gestione della partita
Con il Piacenza l’LR Vicenza avrebbe potuto e dovuto dare di più. Stavolta non c’era la scusa dell’impegno infrasettimanale e, quindi, la partita era stata preparata senza complicazioni. Per l’allenatore Modesto la scelta dei giocatori da mettere in campo era stata meno limitata che in precedenza perché ritornavano fra i convocati Ronaldo, Cavion e Cappelletti. Il livello dell’avversario, infine, era notoriamente più basso e, per di più, la depressione da ultimo posto si intrecciava con una parallela e contemporanea crisi societaria, talmente grave da mettere perfino in dubbio la sopravvivenza del club.
Le premesse per un successo c’erano tutte, insomma, ma sono state smentite da una prestazione ben lontana dallo standard necessario per ottenerlo. Si è rivisto l’LR Vicenza versione Baldini, lento e senza gioco, mal disposto e penalizzato da scelte tecniche discutibili a cominciare dal centrocampo con quattro mediani. La soluzione già più volte sperimentata dopo l’infortunio di Ronaldo, stavolta non ha funzionato: i due interni Zonta e Scarsella hanno confermato i noti limiti tecnici in costruzione e si sono visti i due esterni, Greco e Dalmonte, fare spesso volentieri e pure troppo i quinti difensivi. È davvero uno spreco l’utilizzo in quel modo del numero 7, che è uno dei pochi biancorossi di categoria superiore ed a cui bisognerebbe costruire un altare perché, oltre a sbattersi in difesa, riesce a risolvere le partite con i suoi gol e con i suoi assist.
Priva di razionalità e geometria in mezzo al campo, spesso superata dal pulito palleggio degli avversari, la squadra biancorossa ha fatto ben poco anche in fase offensiva perché il trio degli avanti è stato costretto (in primis Ferrari) ad allontanarsi dall’area avversaria per procurarsi i palloni che non arrivavano dai compagni retrostanti. Mettiamoci pure che Rolfini e Stoppa non erano proprio in gran giornata e così si spiega la pochezza offensiva della squadra.
Premio speciale, infine, a Ierardi, per essersi fatto espellere per il secondo cartellino giallo appena cinque minuti dopo aver subìto il primo e a Modesto per cambi sbagliati nelle scelte e nelle tempistiche.
Un ciclo di tre partite che può improntare il futuro
Si pensava di chiudere la prima metà del campionato con due punti in più e la maglia di campione d’inverno, e, invece, si deve preparare il trittico di sfide (Pro Sesto, Padova e Lecco) che apre il Ritorno con la necessità di ritrovare il gioco e l’agonismo che hanno permesso di realizzare la cinquina di vittorie consecutive. È imprescindibile il rientro di Ronaldo perché il modulo di centrocampo attuale è buono nelle partite di battaglia ma non in quelle in cui deve prevalere la qualità. Bisogna trovare una posizione diversa per Dalmonte, che vale da solo come due attaccanti. Bisogna, infine, risolvere il caso Rolfini perché è ormai evidente che qualcosa non va nel capocannoniere del Girone B dell’anno scorso. E si spera che non si apra ora il problema portiere dopo l’incerta prestazione di Confente con il Piacenza.