La manovra 2023 mette la parola fine ai ristori del Fondo d’indennizzo (Fir) per i truffati delle banche?
C’è un punto di domanda nella vicenda, come dalle anticipazioni fornite poche ore fa da ViPiù sul tema.
Come ha scritto il nostro direttore “Ieri alle 23 e 06 avevamo titolato ‘FIR, anteprima emendamento maggioranza: a governo e MEF i 500 mln residui. Giorgetti, speranza o conferma di dubbi?‘ pubblicando in anteprima l’emendamento dei relatori di maggioranza della legge di bilancio.
Se approvato in aula avrebbe ridato tempo fino al 30 giugno 2023 a chi vorrebbe essere riammesso agli indennizzi del Fondo Indennizzo Risparmiatori dopo errori o difetti di compilazione delle proprie richieste di indennizzo, mentre avrebbe cancellato gran parte dei 500 milioni residui del FIR attesi da chi aveva ha già lecitamente incassato il 30% previsto dalla legge 145 e li avrebbe ‘girati’ a chi, tra governo Meloni (FdI) e dirigenti del Mef, di cui è ministro Giancarlo Giorgetti (Lega), è a caccia anche delle briciole per dispensare qualche bonus qui e là, tra i tanti promessi in campagna elettorale ben sapendo, però, che di soldi non ce n’erano”.
Ma – ha ancora aggiunto Coviello – “l’emendamento di cui parliamo, che con tutte le sue problematicità lasciava almeno qualche margine di interpretabilità per non chiudere la pratica Fir, alle 3,20 di stamattina, a poche ore dalla sua formulazione e presentazione, veniva, comunque, ritirato, come da stralcio del documento della commissione bilancio in copertina.
Perché e per fare cosa al momento non si sa, per cui è anche difficile fare ora commenti sul fatto o sulla possibilità che venga presentato e approvato un nuovo emendamento o un ordine del giorno che ridiano ai risparmiatori azzerati da BPVi, Veneto Banca, Banca Etruria, Carife, CariChieri e Banca Marche la speranza di essere “riesaminati” per quelli “bocciati” in prima istanza dalla Commissione Tecnica affiancata a Consap e la possibilità per quelli che hanno legittimamente già ricevuto il 30% di vederlo rimpinguato con quota parte del residuo di 500 milioni ancora disponibile”.
Del Fir si è occupato nell’edizione di oggi Repubblica in un’ampio spazio dedicato all’analisi dettagliata della Manovra 2023. Il noto quotidiano scrive: “La manovra 2023 mette la parola fine ai ristori del Fondo d’indennizzo (Fir) per i truffati delle banche, per il quale si era battuto Salvini tre anni fa. La legge prevedeva che venissero redistribuiti i fondi rimanenti, circa 500 milioni, calcolano le organizzazioni interessate. Gli indennizzati sarebbero passati così da una quota di ristoro del 30% al 40-45%. Ma un emendamento chiude l’attività del Fir”, conclude La Repubblica.
Bisogna quindi attendere. Va ricordato che la manovra 2023, oggi in Aula, domani riceverà o meno la fiducia per poi avviarsi all’approvazione definitiva. Il tempo scorre e ci sono 140 mila famiglie che aspettano certezza.