Marketing e AI: ecco come un modello statistico può migliorare la nostra esperienza di clienti e lavoratori

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Intelligenza artificiale
Intelligenza artificiale, l'Europa detta le prime regole

Siamo a fine anno e, oltre a tirare le somme di quanto avvenuto nel 2022, si stilano le liste dei trend che saranno i protagonisti del futuro e del vicinissimo 2023. E a svettare è, senza ombra di dubbio, l’intelligenza artificiale, le cui capacità creative sono state di recente messe a disposizione del grande pubblico, nelle sue diverse declinazioni. Dall’applicazione in grado di generare immagini partendo da un input di testo, a quella che rimodella le nostre foto trasformandole in accattivanti – e fin troppo affascinanti – cartoon, al programma in grado di scrivere saggi, racconti, articoli e anche freddure di dubbio gusto.

La diffusione dell’AI ha subìto un’accelerazione che ha visto il suo massimo sprint negli ultimi quattro anni, con il raggiungimento di diversi settori. Ciononostante, quello in cui sono stati constatati i migliori risultati è sempre il campo del marketing e delle vendite e dello sviluppo di prodotti e strategie aziendali, come emerge dal report di McKinsey & Co.

È qui che la straordinaria efficacia nella gestione e nell’elaborazione dei dati, di cui l’intelligenza artificiale è capace, riesce a dare i migliori frutti, caratteristica che la consacra definitivamente come lo strumento del MarTech del futuro. Già perché l’AI è ormai alla base di ognuna delle tecnologie di marketing più comuni, dal Customer Relationship Management (CRM) alla Marketing Automation. Un sistema intelligente – molto intelligente – che si basa su un modello statistico e sulle probabilità desumibili dai dati di addestramento ricevuti per formulare risposte che possono statisticamente corrispondere a quanto richiesto.

E questo, nel MarTech, si traduce in affinate strategie che sembrano – e, in realtà, sono – cucite e disegnate apposta per uno specifico target, con il risultato finale non solo del mantenimento del cliente, ma di una fidelizzazione basata su un servizio altamente soddisfacente. Nel caso delle promozioni offerte dalle piattaforme di gioco online, i piani di marketing di questo tipo hanno condotto alla conversione di centinaia di migliaia di utenti, con il conseguente stravolgimento degli equilibri di un intero settore, uno dei più consolidati in termini di abitudini, peraltro.

Un miglioramento della customer experience che sarebbe stato impensabile senza strumenti tecnologici e con il solo sforzo umano, o quantomeno lo sarebbe stato su larga scala. E se questo è un aspetto che può spaventare, e che viene spesso discusso, per i possibili risvolti negativi sul personale umano e sulla sua effettiva necessità nel mondo del lavoro futuro, possiamo dormire sonni tranquilli.

L’AI non è infatti un essere pensante e creativo, ma un sistema con il compito di automatizzare la ricerca delle fonti e la sua interpolazione. Pertanto, anziché aspettarci licenziamenti in massa o sostituzione del personale umano con robot, dovremmo immaginare un futuro pieno di strumenti utili a integrare il lavoro quotidiano dell’essere umano, al quale spetterà sempre l’incombenza di impartire istruzioni all’AI e di verificare la coerenza dei risultati a cui la stessa perviene.

Uno scambio reciproco fra uomo e macchina, in cui ognuna delle parti interviene dove l’altra non può arrivare.